
Fa discutere in Gran Bretagna la storia di un bambino 13enne, morto per aver raggiunto un peso eccessivo, e per il comportamento della madre che pare non abbia fatto nulla per cercare di aiutarlo
Un bambino di 13 anni, le cui generalità non sono astate rese note, è morto per i devastanti effetti che l’obesità ha sortito sul suo giovane corpo. È accaduto nel Regno Unito, e più precisamente a Manchester, dove sulla morte dell’adolescente è stata aperta un’inchiesta che vede protagonista– e non nel senso positivo del termine- la mamma del ragazzino. La donna, infatti, avrebbe incentivato il figlio nel seguire un regime alimentare scorretto e non avrebbe fatto nulla per aiutarlo a perdere peso: queste le sue gravissime responsabilità. Questa vicenda, che risale a 4 anni fa, è stata riportata da Metro.co.UK proprio a causa di ciò che si è scoperto.
Bambino ucciso dall’obesità nel Regno Unito, fino a 2mila calorie in corpo soltanto al mattino
Una storia triste e dalla gravità da non trascurare quella che ci racconta Metro.co.Uk e che arriva da Manchester. Un bambino di 13 anni è deceduto a causa dell’obesità a cui l’ha condotto la scarsa cura alimentare incentivata dalla sua stessa madre. Pare che le indagini scaturite da questa morte abbiano fatto emergere dei retroscena inquietanti: la mamma del ragazzino non solo non si è attivata per far perdere peso al figlio, ma ha anche continuato a fargli ingurgitare quantità esorbitanti di cibo pur sapendo che l’obesità è una patologia a tutti gli effetti e che può portare a conseguenze gravissime. Come infatti è successo. Pare che la donna abbia nutrito il piccolo con dei cibi che arrivavano a raggiungere le 2mila calorie e tutto questo solo nelle ore che separano la colazione dal pranzo. Le condizioni di salute del 13enne si sono aggravate nel 2015 e nel febbraio di quell’anno è stato ricoverato in ospedale. I medici gli hanno riscontrato l’obesità patologica, una cardiomiopatia dilatativa e un trombo.
Bambino ucciso dall’obesità nel Regno Unito, aperta un’indagine sulla sua morte
Subito dopo il ricovero, il 13enne è tornato a casa, ma poche settimane dopo le sue condizioni sono peggiorate ed è stato necessario un nuovo ricovero, in terapia intensiva. I medici non hanno potuto operarlo al cuore: l’obesità era troppo avanzata e il fisico del ragazzino era troppo deteriorato da quella condizione. Ad aprile dello stesso anno è sopraggiunta la morte. È stata avviata un’ indagine penale su questi fatti ma pare non siano state prese altre misure. Le indagini hanno fatto emergere l’approccio sbagliato che i professionisti, a vari livelli, hanno avuto con la famiglia e con il ragazzo: le varie istituzioni coinvolte hanno lavorato in modo isolato e non sempre hanno condiviso le informazioni a loro disposizione. Fatto sta che il 13enne già a tre anni pesava il doppio rispetto a quanto dovrebbe pesare un bimbo di quell’età e che intervenendo tempestivamente la situazione si sarebbe potuta raddrizzare.
Maria Mento