Lo scorso 22 di febbraio l’allora autoproclamatosi presidente del Venezuela Juan Guaidò riusciva ad uscire dal paese per presntarsi a sorpresa al concerto – evento ‘Venezuela Aid Live’, organizzato da Richard Branson – imprenditore britannico, fondatore del Virgin Group e con un patrimonio stimato di oltre 5 miliardi di dollari – in supporto al colpo di stato.
Ci si chiedeva allora come Guaidò fosse riuscito nell’impresa, considerando la chiusura delle frontiere voluto da Nicolas Maduro.
Si pensò quindi – o quantomeno, lo ipotizzava il quotidiano El Espectador (come rilanciato in questo giorni da El Diario) – che il Governo colombiano lo avesse aiutato nel passare la frontiera attraverso i “cammini informali” utilizzati dai venezuelani che provano ad accedere in Colombia.
Giovedì scorso, però, una fotografia diffusa attraverso le reti sociali ha mostrato una realtà differente: ad aiutare Guaidò sarebbe stata una banda paramilitare di narcotrafficanti operante al confine con il Venezuela.
Si tratta di una dura accusa, legata a delle foto pubblicate su Twitter in cui Guaidò appare assieme a due uomini – Albeiro Lobo Quintero, alias “Brother”, e Jhon Jairo Durán, alias “Menor” – che sarebbero leader del gruppo dei Los Rastrojos, banda narcoparamilitare colombiana: a confermarlo, la Polizia di Cucuta.
Lo dijimos desde el primer día: la entrada a Colombia el 23 de febrero del sr @jguaido fue coordinada con los Rastrojos. Aquí están alias el brother armado, y el segundo al mando de este grupo paramilitar, alias el menor. pic.twitter.com/qflAYBgWQf
— WILFREDO CAÑIZARES (@wilcan91) 12 settembre 2019