Dopo gli insulti a Pontida, Salvini rilancia: “Non sono giornalisti. Lerner si augurò la mia morte”

SalviniDopo Pontida si attendevano le scuse di Salvini, ma l’ex ministro dell’Interno rilancia le accuse e aggiunge che quelli nominati non sono giornalisti.

Quanto successo al raduno della Lega a Pontida ha generato un certo clamore mediatico. I manifestanti hanno attaccato duramente il Presidente della Repubblica per aver concesso al PD ed la Movimento 5 Stelle di formare il governo e non andare, quindi, ad elezioni. Ma Mattarella non è stato il solo nel mirino dei leghisti, visto che Gad Lerner è stato bersaglio di insulti pesanti “Ebreo, comunista e straccione” e che il giornalista Antonio Nasso è stato aggredito e si è visto distruggere il microfono poiché appartenente a ‘Repubblica’.

Un clima di tensione inconcepibile che va oltre la semplice espressione di un’opinione pubblica discordante con quelle che sono le evoluzioni della situazione politica. Proprio per la mancanza di rispetto della dignità e dell’onorabilità delle persone colpite ci si attendeva che Matteo Salvini si scusasse, ma il ministro dell’Interno non è sembrato disposto a condannare i comportamenti eccessivi, (limitandosi a condannare gli attacchi fisici), ed anzi si è scagliato nuovamente contro Gad Lerner e Repubblica.

Pontida: Salvini attacca Repubblica e Gad Lerner

Ospite a ‘Mattino 5‘, il leader della Lega ha accusato Repubblica di avere un atteggiamento scorretto nei suoi confronti, ma che nonostante questo lui risponde con un sorriso: “Repubblica è un giornale che quotidianamente mi insulta, mi minaccia, mi diffama. Io però agli avversari rispondo con un sorriso, con dolcezza e poi con il voto degli italiani”. Più tardi, su ‘7Gold‘ è tornato sulla questione insulti a Gad Lerner ed ha dichiarato: “Questi qua non sono giornalisti. Spesso e volentieri sono calunniatori – esordisce per poi scagliarsi contro il diretto interessato -che Gad Lerner passi la vita a insultarmi, e Saviano, e Tizio e Caio… secondo me il giornalista dovrebbe essere superiore a certe cose. Gad Lerner una volta si augurò la mia morte”.