Con 309 voti contrari è stata negata l’autoizzazione all’applicazione della misura cautelare dei domiciliari per il deputato di Forza Italia, è scontro alla Camera
Con il voto segreto Diego Sozzani, è stato salvato dagli arresti domiciliari. Così è stato deciso nell’Aula della Camera, che con 235 voti a favore e 309 contrari (1 astenuto) ha di fatto negato l’autorizzazione all’applicazione, nei confronti del deputato di Forza Italia, della misura cautelare degli arresti domiciliari. Nel mese di luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era espressa diversamente, dando l’ok (a maggioranza) per la detenzione di Sozzani, con i voti a favore sia del Pd che del M5S ma l’odierna decisione dell’Assemblea, a scrutinio segreto, ha ribaltato tutto. Il capogruppo M5S Francesco D’Uva è stato tra i primi ad esprimersi in merito dichiarando: “Spiace constatare che nel segreto dell’urna singoli parlamentari non abbiano seguito le indicazioni di voto del proprio gruppo: noi siamo molto dispiaciuti perché notiamo questa continua differenza, nonostante i cambi di maggioranza, del M5s con le altre forze politiche. Il M5s resta l’unico a portare avanti la battaglia contro i privilegi della politica. Dire che al primo voto la maggioranza non ha tenuto sarebbe sbagliato: in questa votazione non entrava il governo”.
Almeno 46 franchi tiratori nel PD
Dai banchi del centrodestra si sono levati applausi dopo la proclamazione del risultato della votazione, alla quale non era presente Sozzani, uscito dall’aula poco prima per consentire, ha dichiarato, “di votare con il massimo dell’autonomia”. Parlando di “una vicenda che ha del paradossale” e aggiungendo di sentirsi innocente: “Non mi sottrarrò – ha sottolineato – al confronto con la magistratura ma voglio farlo da uomo libero”, ha detto, dicendosi “distrutto dal punto di vista psicologico”. Su di lui si è espressa Stefania Prestigiacomo dichiarando: “Lui è un galantuomo, per una volta il Parlamento non si è asservito ai magistrati”. Secondo quanto emerso almeno 46 franchi tiratori del Pd non avrebbero seguito la linea del gruppo, ovvero quella di votare a favore dell’autorizzazione a procedere con i domiciliari.