Dalla Libia è atterrato sotto la pioggia scrosciante di oggi pomeriggio un carico molto speciale nell’aeroporto militare di Ciampino, dove noi abbiamo atteso, insieme al resto della stampa e alla viceministra degli Esteri Del Re, quattro bambini che arrivano dall’ospedale pediatrico di Bengasi, il Benghazi Children’s Hospital, affetti da varie malattie ematologiche che al momento non sono risultate curabili nella Cirenaica in guerra da cui provengono. Verranno curati a Roma, presso l’ospedale Bambin Gesù, a livello internazionale una certezza in campo pediatrico e umanitario. L’accordo bilaterale è stato preso dalla Farnesina, in considerazione del fatto che, come ricordiamo, la Libia in questi mesi è martoriata da una sanguinosa guerra interna tra il generale Haftar, soprannominato l’uomo forte della Cirenaica (Libia dell’est), e il presidente al-Sarraj, il presidente la cui autorità è riconosciuta dall’Onu, che da Tripoli (capitale della Tripolitania, zona occidentale della Libia) sta subendo i bombardamenti da cui l’Europa non riesce ad oggi a metterlo al riparo.
Il Ministero degli Esteri ha deciso che riguardo alla salute non esistono divisioni politiche, e proprio dai territori di Haftar arrivano i piccoli passeggeri di oggi, affetti da leucemia. Anche la nostra missione Ippocrate, presente in pianta stabile a Misurata con un ospedale da campo attrezzato nel miglior modo possibile, fin dalle origini di qualche anno fa cura i malati di ogni fazione, sia civili che militari. In tutto saranno 14 i bambini provenienti dall’area di Bengasi, nella quale non sono state trovate attrezzature sufficienti alle loro cure. Questo primo volo di oggi ha trasportato i primi 4, accolti all’arrivo in aeroporto dalla viceministra Emanuela Del Re. Si tratta di tre bambini e una bambina con affezioni ematologiche e oncologiche; il più grande di loro ha 14 anni, per il momento sono accompagnati dai loro genitori, ma si prevede per loro una degenza di lungo corso in Italia.
La viceministra Del Re, abbracciando all’uscita del veivolo militare C130 la direttrice sanitaria del Benghazi Children’s Hospital, l’ospedale pediatrico in cui i bambini erano in cura, ha espresso solidarietà a nome dell’Italia, “un’Italia che comprende i problemi del mondo”, e ha ricordato il ruolo importante dell’Agenzia italiana per la Cooperazione e Sviluppo, e dell’Ambasciata italiana a Tripoli, che è rimasta sempre aperta, con l’ambasciatore Giuseppe Perrone prima e con Giuseppe Buccino da quest’ultimo periodo, anche nelle situazioni più critiche e pericolose, durante le quali l’unica rappresentanza europea è stata quella italiana. Si è poi pronunciata con affetto nei confronti dei bambini che sono venuti oggi: “Sono nella squadra anche loro, oltre alle istituzioni, perché possiamo operare grazie alla fiducia e al sostegno che ci danno: senza la loro fiducia non andrebbero avanti i progetti che cerchiamo di lanciare sul piano internazionale. In particolare in Libia, dato che è un Paese amico, vogliamo risolvere le criticità, come ribadito proprio ieri sera dal presidente Conte nell’incontro con Macron. In Libia siamo presenti ovunque, la Commissione Europea ci ha permesso di agire nelle varie municipalità. Vorrei ricordare a tutti che dove c’è bisogno l’Italia c’è: intendiamo fare di questo motto una realtà.”