Dalla documentazione depositata alla Corte d’Assise d’appello di Palermo, si evince che Silvio Berlusconi è indagato anche per l’attentato a Maurizio Costanzo.
Dagli atti trasmessi dalla Procura di Firenze alla Corte d’Assise d’appello di Palermo sul caso della trattativa Stato-Mafia si è scoperto ieri che Silvio Berlusconi è indagato per alcuni reati collegati agli attentati mafiosi di inizio anni ’90. La documentazione riguardante i reati dei quali veniva imputato l’ex premier erano stati richiesti dai legali dello stesso leader di Forza Italia, per capire se la presenza in tribunale del loro assistito era richiesta solamente in qualità di teste o di indagato. Nel secondo caso, infatti, Silvio Berlusconi si sarebbe potuto avvalere della facoltà di non rispondere.
I capi d’imputazione a carico dell’ex presidente del consiglio sono divenuti di pubblico dominio quando la Procura di Firenze ha depositato gli atti alla Corte d’Assise d’appello di Palermo. Berlusconi è indagato per le stragi del Continente, per quello fallito all’Olimpico e addirittura per l’intera pianificazione stragista. Un ulteriore dettaglio sulla ricostruzione degli inquirenti è emerso quest’oggi e riguarda la presunta orchestrazione dell’attentato fallito ai danni di Maurizio Costanzo.
L’attentato a Maurizio Costanzo
L’attentato per il quale è stato indagato Silvio Berlusconi si è verificato il 14 maggio del 1993, in via Fauro a Roma, i colpevoli hanno fatto saltare in aria un’auto con la dinamite. Era il periodo in cui la mafia stava attuando una strategia del terrore e Maurizio Costanzo aveva avviato una dura campagna mediatica contro gli attentati e l’organizzazione criminale. In quei giorni lui e Santoro avevano iniziato una maratona televisiva per la lotta alla mafia che vedeva Rai e Fininvest unite.