Domani notte un asteroide potenzialmente pericoloso passerà per l’orbita terrestre. Non c’è rischio d’impatto ma come potremmo difenderci in un simile caso? Nasa e Esa stanno studiando un metodo per modificare la traiettoria dei corpi celesti.
Intorno alla mezzanotte del 3 ottobre, un asteroide largo quasi quanto Buckingham Palace (19 metri) passerà tra la Terra e la Luna. Come spesso accade in questi casi ci si interroga cosa succederebbe se un asteroide di simili proporzioni arrivasse a precipitare sul nostro pianeta. Fortunatamente non è questo il caso: La Nasa ha calcolato la traiettoria del corpo celeste ed ha escluso che possa essere attirato dalla gravità e entrare in contatto con la superficie terrestre. L’asteroide, il cui nome è SP3, passerà ad una distanza di sicurezza di 231, 693 miglia, pari quasi alla distanza tra la Terra e la Luna. Inoltre pare che le dimensioni del corpo celeste non sarebbero sufficienti a causare una catastrofe globale.
Come sappiamo la Nasa sta cercando di tracciare tutti gli asteroidi di dimensioni pericolose che potrebbero entrare a contatto con il nostro pianeta. Ma una volta individuati, cosa si potrebbe fare per evitare l’impatto? A quanto pare la Nasa, di concerto con Esa, sta studiando un modo per poter modificare la traiettoria degli asteroidi potenzialmente pericolosi. Al momento ci si trova esclusivamente alla fase di progettazione, ma una volta ultimato il sistema e svolti i test necessari, potremmo avere il primo sistema di difesa planetario dagli asteroidi.
In cosa consiste la missione AIDA
Prima che un sistema del genere venga implementato è necessaria una fase di test che permetta di capire se possa essere funzionale. Per questo la Nasa ha dato inizio alla missione Aida (Asteroid Impact Deflection Assessment), volta a reindirizzare la traiettoria del doppio asteroide Didymos. Per farlo l’agenzia spaziale americana sta progettando una navicella spaziale chiamata Double Asteroid Impact Test che ha il compito di andare ad impattare contro Didymos e variarne la traiettoria. Per verificare i risultati dell’impatto, l’Esa manderà in orbita contemporaneamente un satellite CubeSat. Questo avrà il compito di registrare l’azione, analizzare la variazione della traiettoria e le cause dell’impatto sull’asteroide. In base ai risultati raccolti sarà possibile capire se il sistema ideato possa essere una difesa valida dagli asteroidi e quali correttivi sarebbero necessari nel caso non funzionasse.