
La corte d’Assise d’appello di Ancona ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per l’uomo autore del raid razzista. No ai domiciliari
Nessuno sconto di pena per Luca Traini. L’autore dell’attacco a sfondo razzista compiuto il 3 febbraio 2018, nel corso del quale l’uomo ferì sei migranti a colpa di pistola per vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro, dovrà scontare dodici anni in carcere. La condanna è stata confermata in appello, epilogo di quattro ore e mezzo di camera di consiglio, con pronunciamento della conferma da parte della Corte d’Assise d’appello di Ancona. Giancarlo Giulianelli, l’avvocato dell’uomo autore del gesto che fece il giro del mondo, ha dichiarato poco dopo all’aDnkronos: “Speravo in una diminuzione di pena, magari nel riconoscimento delle attenuanti generiche”, e nel commentare la conferma della condanna ha aggiunto che “Traini è molto tranquillo.
La corte d’appello non ha riconosciuto le attenuanti a Traini
Ne avevamo parlato e si era preparato a questa possibilità”. La conferma della condanna era stata richiesta dalla Procura generale con una precisa serie di accuse: Traini è ritenuto responsabile di strage aggravata dall’odio razziale oltre che di danneggiamento e di porto abusivo di arma. Oltre a chiedere una ulteriore perizia psichiatrica la difesa aveva di contro sostenuto la non configurabilità del reato di strage per Traini oltre all’assenza di motivi razziali, richiedendo l’applicazione delle attenuanti generiche. Per il suo assistito inoltre il legale aveva sollecitato la concessione, con braccialetto elettronico, dei domiciliari. Richieste non accolte dalla Corte d’appello che ha confermato la sentenza.