Robotica medica, l’esoscheletro controllato dalla mente può far camminare di nuovo le persone tetraplegiche

AFP

Un esoscheletro robotico, interamente controllato da una mente umana, è in grado di restituire le facoltà motorie alla persone paralizzate che lo indosseranno: l’ultimo ritrovato della robotica medica è in sperimentazione a Parigi

Poter tornare a camminare nonostante una paralisi, permanente, agli arti inferiori e superiori. Quello che fino a pochi anni fa era solamente un sogno, sia per tutte le persone costrette sulla sedia a rotelle sia per i medici, adesso si potrà avverare grazie agli ultimi ritrovati in campo di robotica medica. In particolare, gli esperti hanno brevettato un esoscheletro capace di trasformare in movimenti gli impulsi mentali della persona che lo indossa. L’esoscheletro è stato sperimentato su un ragazzo francese di 30 anni, rimasto tetraplegico dopo un incidente occorsogli 4 anni fa. dell’esperimento, a quanto pare riuscito, ha parlato Metro.co.Uk.

Esoscheletro per i tetraplegici, sperimentato in Francia su un trentenne tetraplegico

In Francia, un ragazzo di 30 anni che nel 2015 ha fatto un volo di 15 metri rimanendo tetraplegico , ha potuto di nuovo camminare e muovere le braccia grazie all’invenzione di un esoscheletro a quattro arti capace di far muovere gli arti inferiori e superiori grazie alla trasformazione di impulsi mentali in movimento. L’esoscheletro si compone, oltre ai quattro arti, di un’imbracatura che lo tiene ancorato al soffitto per consentire alla persona che lo indossa di mantenere l’equilibrio. Thibault, questo il cognome del ragazzo che ha provato questo speciale e potente strumento, ha dichiarato che muovere i primi passi in quella tuta gli ha fatto sembrare di essere come il primo uomo sulla Luna. Ma come funziona esattamente questa tecnologia che applica la robotica alla medicina?

Esoscheletro per far camminare i tetraplegici, come funziona l’esoscheletro a quattro arti

L’esoscheletro a quattro arti testato su un paziente in Francia è il risultato di un lavoro durato due anni, realizzato da Clinatec insieme all’Università di Grenoble, ed è- per definizione del professor Alim-Louis Benabidil primo sistema cervello-computer wireless semi-invasivo progettato per un uso a lungo termine. Per prima cosa, dopo aver realizzato il prodotto finito e aver trovato un paziente idoneo alla sperimentazione, il paziente viene operato per permettere l’introduzione– sulla superficie del suo cervello- di due impianti che coprano tutte le zone cerebrali responsabili del controllo del movimento. Questo serve per inviare gli impulsi dell’encefalo al computer che li deve decodificare a al quale è collegato l’esoscheletro, che così riceve le istruzioni atte a realizzare il passaggio finale: il movimento.

Maria Mento