
L’annuncio della Casa Washington sul ritiro delle truppe statunitensi dal Nord della Siria: mossa atta a non ostacolare un’azione militare, d’invasione, da parte della Turchia
Colpo di mano della Turchia. Erdogan, da tempo, starebbe pianificando un’invasione militare della Siria del Nord che pare si concretizzerà materialmente a breve. Queste, in sostanza, sono le dichiarazioni che arrivano da Washington, dopo un colloquio telefonico avvenuto tra Donald Trump e il Presidente turco Erdogan. Gli Stati Uniti hanno ritirato le truppe di stanza al confine, lasciando così le posizioni ai militari turchi. Dalla Casa Bianca si specifica che gli States non parteciperanno all’operazione.
Erdogan è pronto a invadere la Siria? La Associated Press lancia l’allarme
Erdogan è pronto a invadere il Nord della Siria? Secondo quanto scrive la Associated Press pare proprio di sì. Pare che da tempo il governo turco abbia pronto un piano di invasione dei territori siriani che ancora vedono una massiccia presenza di uomini statunitensi. A questo proposito, Trump e Erdogan hanno avuto una conversazione telefonica nella quale si è discusso della situazione vigente. Da qui la decisione statunitense di ritirare i 100-150 militari americani stanziati lungo il confine tra Siria del nord e Turchia: il loro posto verrà preso dai militari turchi. L’esercito Usa continuerà a rimanere nel resto del Paese. “Le forze statunitensi non sosterranno né saranno coinvolte nell’operazione e le truppe Usa, che hanno sconfitto il califfato territoriale dello Stato islamico, non saranno più nelle immediate vicinanze“, ha fatto sapere la Casa Bianca. Sebbene gli Usa si siano chiamati fuori, dunque, il ritiro delle truppe suona come una tacita approvazione dei piani del Presidente turco.
Erdogan è pronto a invadere la Siria? Le Forze democratiche della Siria pronte a resistere
Con questa mossa militare, stigmatizzata e vista come un grande pericolo per motivi che ora vedremo, Erdogan vuole mettere fuori gioco i ribelli curdi che finora in quella zona della Siria sono stati sostenuti dagli States. Sostegno che la Turchia ha cercato di contrastare. “Siamo determinati a garantire la sicurezza della Turchia ripulendo la regione dalla presenza dei terroristi. Contribuiremo a portare sicurezza, pace e stabilità alla Siria“, ha twittato infatti questa mattina Mevlut Cavusoglu, l’attuale Ministro per gli Affari Esteri della Turchia.
La decisione presa da Trump contro le Forze democratiche della Siria, che fino a questo momento avevano sostenuto gli States nella lotta allo Stato islamico, è arrivata anche contro il parere dei massimi funzionari di Pentagono e Dipartimento di Stato, i quali volevano invece mantenere una certa presenza di militari statunitensi in quella zona. Come riporta la Repubblica, sono state immediate le reazioni curdo-arabe delle Forze democratiche della Siria, che hanno parlato di pericolo di guerra permanente qualora gli intenti di Erdogan arrivino fino in fondo: si rischia di vedere annullati tutti i risultati ottenuti contro l’Isis.
“(…) le minacce di Erdogan hanno come obiettivi quelli di cambiare il meccanismo di sicurezza in un meccanismo di morte, di fare sfollati tra la nostra gente e trasformare la regione sicura e stabile in una zona di conflitto e guerra permanente. Mentre la comunità internazionale cerca una soluzione politica per la Siria il popolo siriano soffre da anni per la guerra“.
Maria Mento