Siria, l’appello di Zerocalcare: “Non voltiamo le spalle ai curdi”

SiriaNei giorni in cui gli Usa parlano di ritiro delle truppe dalla Siria, Zerocalcare invita gli italiani e i governi a non voltare le spalle ai curdi.

In Siria c’è una piccola regione a nord, al confine con Iraq e Turchia ancora minacciata dall’Isis, in cui i curdi hanno creato una realtà politica in cui si parla di fratellanza, umanità, libertà e futuro. In quella regione, disegnata e raccontata già anni addietro dal fumettista Zerocalcare, non è stata vinta solo la guerra allo Stato Islamico ma è stata vinta anche quella all’arretratezza culturale, alla prepotenza dell’uomo sulla donna e alle leggi stringenti che comprimevano le libertà e l’animo di ogni essere umano che abitava quella zona. I curdi hanno appianato le faide religiose, ponendo come primo punto della loro repubblica il rispetto del credo altrui, hanno abbattuto la differenza tra uomo e donna, ed hanno capito che solo la collaborazione reciproca può fare il bene della comunità.

Caos in Siria, l’appello di Zerocalcare

Quella che il fumettista romano chiama la democrazia del Rovaja è un esperimento che non ha precedenti in Siria e che non ha eguali nemmeno in tutta la zona. La notizia, poi parzialmente smentita da Donald Trump, che le truppe Usa in Siria si sarebbero ritirare ha fatto crescere il timore che quella oasi di pace potesse essere spazzata dall’Isis o da Assad.. Per questo motivo, intervistato da ‘Repubblica’, il fumettista (da sempre attivista politico) ha voluto lanciare un appello per far sì che il mondo non volti le spalle ai curdi che hanno spazzato dal nord della Siria l’oppressione dello Stato Islamico.

Innanzitutto Zerocalcare smentisce la definizione che il presidente Turco Erdogan dà dei curdi, invitando ad osservare i fatti: “Dovremmo chiederci chi ha sconfitto l’Isis e sta provando a costruire un sistema di democrazia, dimostrando che anche in quel territorio ci può essere convivenza di diversi popoli, che le donne possono avere un ruolo primario nella società ed essere libere, o se il nostro alleato deve essere un regime come quello turco che incarcera decine di migliaia di oppositori politici”.

Sulla possibilità che l’esperimento di democrazia curdo sopravviva, questo ha poi aggiunto: “Non credo che si siano mai fatti grandi illusioni sul ruolo degli americani in quella regione. Hanno molto chiaro che le loro alleanze sono con i popoli, non con i governi. Gli amici dei curdi sono le montagne, non sono quasi mai gli Stati. Ma questo non significa che dobbiamo stare zitti: i curdi hanno combattuto e sconfitto l’Isis, difendono la democrazia, non possiamo voltargli le spalle, lasciarli soli”.

Davide Colono