Il presidente turco ha annunciato l’avvio delle operazioni militari in Siria: l’esercito invade il nord del paese. Prime vittime tra i civili
L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan: è ufficialmente iniziata, con l’avvio delle operazioni militari delle truppe turche e dei ribelli siriani alleati, la seconda guerra in Siria. “Le Forze Armate turche – ha dichiarato Erdogan – insieme all’Esercito nazionale siriano, hanno appena lanciato” un’operazione “contro il Pkk, le Ypg e i terroristi di Daesh (Isis) nel nord della Siria”. In giornata sono arrivate le prime notizie, riportate dall’agenzia di stampa France Presse dietro conferma della coalizione di combattenti curdi e arabo-siriani delle forze democratiche siriane, di vittime civili a seguito delle esplosioni registrate nella città siriana di Ras al-Ain, che si trova a poca distanza dal confine turco. Anche i villaggi di Ain Issa, Qamichli e Tal Abyad sarebbero stati colpiti. I bombardamenti avrebbero interessato oltre 20 aree e anche la città simbolo della resistenza curda contro l’Isis, Kobane, sarebbe stata attaccata come sottolineato da Yilmaz Orkan dell’ufficio d’informazione del Kurdistan. Attacchi ai quali le Forze democratiche della Siria, il cui comando generale si è appellato alla comunità internazionale e a tutti i paesi della coalizione internazionale contro l’ISIS che hanno combattuto insieme e trionfato sul cosiddetto califfato ISIS di svolgere le proprie responsabilità ed evitare un possibile disastro umanitario imminente”, avrebbero risposto agli attacchi. Una situazione difficile ed imprevedibile: intanto per la giornata del 10 ottobre è stata richiesta una riunione d’emergenza a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Cosa vuole fare Erdogan in Siria
Il segretario generale dell’alleanza atlantica, Jens Stoltenberg ha dichiarato: “Spero che l’azione della Turchia sia proporzionata e misurata per non indebolire la lotta comune all’Isis. La Turchia ha chiaramente delle preoccupazioni per la propria sicurezza, ha subito degli attacchi terroristici e ospita milioni di rifugiati siriani. Venerdì sarò a Istanbul e parlerò con il presidente turco Erdogan”. La Turchia è interessata a creare in Siria un cuscinetto di protezione, profondo oltre 30 chilometri, che consenta anche di ricollocare al suo interno, in 140 villaggi, oltre due milioni di rifugiati siriani. In questa operazione Erdogan può contare sul supporto dei gruppi ribelli siriani in lotta contro Assad: secondo la Turchia l’Ypg, le unità di protezione del popolo, sono considerate alla stregua di un’organizzazione terroristica poichè si tratta del braccio siriano del partito dei lavoratori curdi Pkk.