Il Movimento 5 Stelle perde pezzi? Cinque grillini sarebbero pronti a lasciare. C’è anche il sindaco di Parma

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Cinque deputati del M5S non hanno votato la riforma costituzionale che taglia i Parlamentari, portandoli da 945 a 600 unità, e quindi ora rischiano l’espulsione. Ma ci sono anche gli scissionisti

Ieri La Stampa aveva parlato di alcuni deputati ribelli (un numero che va dai 25 ai 30) che- ponendosi in una posizione contraria a quella di Luigi Di Maio- avrebbero potuto utilizzare il voto alla Camera sul taglio dei Parlamentari per lasciare il Movimento 5 Stelle e aprire la via di una scissione (la seconda, nella maggioranza, dopo quella di Renzi e Pd). Sebbene lo scenario paventato non abbia trovato rispondenza nell’immediato, pare che questa sera un gruppo sia pronto a riunirsi e a discutere della scissione che ha in programma di attuare nelle prossime settimane.

Il Movimento 5 Stelle perde pezzi? Federico Pizzarotti (ex grillino) è nella trattativa

Stasera, in una casa privata di Roma, i girillini “ribelli” si riuniranno per cena e discuteranno di ciò che dovrebbe accadere nelle prossime settimane: la loro scissione dal Movimento 5 Stelle. A questa scena dovrebbero prendere parte anche alcuni degli 11 grillini che ieri hanno lasciato la Camera senza votare la riforma Costituzionale sul taglio dei Parlamentari. Contemporaneamente, il resto dei grillini sta cercando di contenere il fuoco della scissione e di mettere in difficoltà gli eventuali esodati, rimarcando il fatto che a questo drappello di persone di fatto manca un leader. Così il giornalista Ilario Lombardo (La stampa) ha spiegato cosa sta succedendo in queste ultime ore, e non è un processo nato da poco: è una volontà di scissione che gli oppositori di Di Maio avrebbero maturato già a luglio scorso. E nelle trattativa, forse un po’ a sorpresa, si inserisce Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma che già tempo fa aveva lasciato il Movimento.

Il Movimento 5 Stelle perde pezzi? I possibili espulsi. Galantino passa a Fratelli d’Italia

Per creare un nuovo gruppo politico, autonomo, servono almeno venti persone e dei finanziamenti. Pare, almeno stando alle voci che stanno iniziando a circolare, che 15 grillini siano pronti a lasciare per abbracciare questa nuova realtà politica. Con loro c’è Federico Pizzarotti (Italia in Comune), che da Parma si è tenuto in contatto con Roma per capire che possibilità può avere questa cordata.

Diverse sono, a riguardo, le posizioni de Il Messaggero, che parla di 5 deputati in lizza per l’abbandono del M5S. Tra loro Stefano Mammì e Massimiliano De Toma. A questi due nomi si accompagna quello di Andrea Colletti, che rischia l’espulsione in quanto “colpevole” di non aver votato la riforma. “Ero per il monocameralismo, la Costituzione è la mia stella cometa”, ha dichiarato Colletti chiarendo che non se ne andrà di sua volontà. Nemmeno Sebastiano Cubeddu ha votato, e c’è quindi incertezza sul suo futuro. Quel che è certo è che Davide Galantino non solo ha lasciato ma si è “arruolato” tra le fila degli uomini di Giorgia Meloni:  questo gli è valso una serie di “venduto” in aula. Come lui, Roberto Rossini potrebbe passare a Fratelli d’Italia.

Maria Mento