Grazie ai tabloid inglesi veniamo a conoscenza dell’esistenza di Mahu: figure mitologiche della cultura tahitiana appartenenti ad un terzo genere.
Grazie ad una esotica mostra fotografica di Namsa Leuba, fotografa svizzera-guineana di fama internazionale, Londra ha potuto conoscere il mito dei Mahu. Nelle sue foto, infatti, l’artista ha voluto rappresentare le donne di Tahiti con un aspetto inconsueto: negli scatti le splendide modelle sono abbigliate con i tradizionali abiti tribali ma presentano caratteristiche fisiche aggiuntive per offrire allo spettatore un diverso punto di vista sul loro fascino. Per ottenere tale risultato il loro corpo è stato colorato per assumere carnagioni non comuni (blu, verde, rossa o fucsia); in alcuni scatti le modelle presentavano lentine per cambiare la forma dell’iride e risultare ferine, in altri dettagli per risultare esseri androgini.
Intervistata dai tabloid britannici al Covent Garden di Londra, luogo in cui è stata presentata la mostra, l’artista ha spiegato che il suo intento era quello di offrire una visione diversa da quella tradizionale della donna tahitiana, ritenuta comunemente come bellissima, sensuale e sottomessa. Inoltre ha voluto condividere una parte della loro tradizione, riportando in auge il mito dei Mahu, esseri mitologici venerati dalle tribù locali e non appartenenti ad alcun genere sessuale. Nel farlo, si sottolinea come la figura del transgender, essere che ha sia le caratteristiche femminili che quelle maschili, fosse radicata nella cultura di quel popolo da tempo immemore.
I Mahu nella tradizione tahitiana
La fotografa ha spiegato che il suo lavoro si è basato sulle tele del pittore francese Gauguin che ha vissuto diverso tempo a Tahiti. Lo stesso pittore francese spiegava come i Mahu fossero esseri umani dal genere incerto. Nella cultura tribale questi esseri avevano un ruolo fondamentale all’interno della società, poiché si occupavano della cura di anziani e bambini e della conservazione di canti e balli sacri. Questi infatti avevano anche il compito di tramandarli di generazione in generazione. L’unico motivo per cui la venerazione di queste figure è caduta in disuso sono state le dominazioni straniere, che hanno favorito l’opera di conversione da parte dei missionari cattolici e protestanti.