La piccola Tafida arrivata a Genova: sarà ricoverata al Gaslini e potrà continuare a vivere

Arrivata a Genova Tafida Raqeeb, la bimba di 5 anni affetta da una grave lesione cerebrale. La piccola è stata accolta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. I suoi genitori si sono battuti nei mesi scorsi contro la decisione dei medici del Total London Hospital di staccare la spina.

Atterrata a Genova ieri sera intorno alle 19 la piccola Tafida, la bimba di 5 anni affetta da una grave lesione al cervello. Tafida ha viaggiato da Londra a Genova in aereo con la madre Shelina Begum, avvocato di 39 anni, e con un’equipe di specialisti dell’ospedale Gaslini, compreso il primario del reparto di Rianimazione Andrea Moscatelli.

La piccola lo scorso febbraio ha sofferto della rottura dei vasi sanguigni cerebrali e da quel momento è tenuta in vita artificialmente. I genitori si sono opposti alla decisione dei medici del Total London Hospital di staccare la spina. Poche settimane fa l’Alta Corte di Londra ha stabilito ufficialmente che la piccola potrà continuare a vivere. Il Gaslini di Genova si è offerto di garantire le cure alla bimba.

Tafida atterrata a Genova: sarà ricoverata al Gaslini. La famiglia vorrebbe la cittadinanza italiana per la piccola per motivi umanitari

Il Gaslini di Genova ha accolto la piccola. Queste le parole del direttore generale dell’ospedale, Paolo Petralia: “Non sempre si può guarire, ma sempre si può e si deve prendersi cura dei nostri piccoli pazienti. Questo è quello che il Gaslini fa da oltre 80 anni, perché prendersi cura precede e moltiplica gli effetti delle cure”.

Tramite alcune specifiche terapie, la piccola potrà avere un recupero parziale in modo da poter continuare a vivere almeno altri 20 anni.

L’avvocato Filippo Martini ha specificato che la famiglia di Tafida ha chiesto per la piccola la cittadinanza italiana per motivi umanitari: “Abbiamo presentato domanda per la cittadinanza un mese e mezzo fa. Il ministro dell’Interno era ancora Matteo Salvini. L’abbiamo ripresentata anche con il nuovo Governo, attendiamo risposta. La cittadinanza aiuterebbe i Raqeeb anche per i costi sanitari”.