La Sen. Santanchè di ‘Fratelli d’Italia’ parla della situazione siriana e dei rapporti con la Lega
Buonasera Senatrice, grazie innanzitutto per la sua disponibilità. In una recente intervista a ‘Il Foglio’ Matteo Salvini ha affermato che arriverà a Palazzo Chigi dalla porta principale attraverso le elezioni: cosa si sente di rispondere al leader della Lega e soprattutto sono più i punti di contatto o di divisione con voi di ‘Fratelli d’Italia’?
Prima di tutto osservo e faccio notare che la Lega è da sempre il nostro principale alleato, col quale ci ha evidentemente diviso la scelta di allearsi col ‘M5S’, cosa che ci ha portato a prendere le distanze da tutti quei provvedimenti dell’ex governo grillo-leghista che non ritenevamo non condivisibili e ad appoggiare quelli (come ad esempio in materia di sicurezza) che al contrario erano frutto anche delle proposte di ‘Fratelli d’Italia’. Certamente non posso non rilevare, proprio in tema di emendamenti e di nostre istanze, quanto Salvini abbia poi deciso di cassare; penso al blocco navale in tema di immigrazione o a quelli sulla castrazione chimica per chi si è macchiato di reati di violenza sessuale, proposte che ‘Fratelli d’Italia’ riteneva che la Lega avrebbe dovuto o potuto appoggiare.
Santanchè di ‘Fratelli d’Italia’ sulle recenti dichiarazioni del leader della ‘Lega’ Matteo Salvini
Qual è il suo pensiero in merito alla complicatissima situazione venutasi a creare in terra siriana?
Per combattere il terrorismo serve maggior cooperazione, bisogna bloccare i foreign fighters e aumentare il lavoro di intelligence e nel campo della Difesa l’Italia potrebbe fare cose concrete. Abbiamo un grande ruolo da svolgere e dobbiamo essere protagonisti. C’è bisogno di più Italia a Bruxelles in questa fase. Secondo il ‘Guardian’, che cita dei funzionari locali, almeno 750 persone affiliate allo Stato Islamico – soprattutto donne e bambini – sarebbero fuggite dal campo di prigionia di Ain Issa (nel nord-est della Siria) dopo i bombardamenti delle milizie turche. L’Osservatorio siriano per i diritti umani sostiene invece che i fuggitivi siano non più di cento. Gli affiliati dell’Isis in fuga dopo i bombardamenti della Turchia sono la prova che questa guerra non è soltanto un problema di rifugiati ma c’è un problema più grave, cioè quello che accadrà nelle prossime settimane se l’Europa non farà sentire la propria voce sulla Siria. Bisogna intervenire per risolvere il conflitto nel Paese perché non è prevedibile cosa accadrà e non è possibile capire la portata del fenomeno finché non ti toccherà da vicino, per questo intervenire significa investire sulla nostra prevenzione ed è la cosa più importante che il Governo possa fare.
Simone Ciloni