Russiagate, il coinvolgimento della Lega spiegato dai russi: “Scelti loro per il livello socioculturale basso”

Konstantin Malofeev, il fondatore di Marshall Capital, ha parlato del caso dei presunti finanziamenti che la Lega ha ricevuto dalla Russia e lo ha fatto ai microfoni di Report

In una puntata che è andata in onda ieri 21 ottobre 2019, il programma di Rai3 “Report “ha indagato sui rapporti che legano la Lega di Matteo Salvini alla Russia e che hanno portato allo scandalo dal quale è rimasto travolto Gianluca Savoini, coinvolto nelle trattative condotte all’hotel Metropol di Mosca. Konstantin Malofeev, il fondatore della società Marshall Capital, è stato intervistato e ha fatto un’interessante disamina relativamente alle scelte politiche russe e al ruolo che la Lega avrebbe giocato in questo sistema di connessioni. Tutto l’affare è molto più ampio e non limitato alla questione dei 65 milioni di finanziamenti che la Lega avrebbe ricevuto dalla Russia. Che ruolo ha avuto la Lega nel Russiagate? Ecco cos’ha dichiarato Konstantin Malofeev.

Inchiesta di Report sul Russiagate, ieri in onda l’approfondimento sui rapporti della Lega con la Russia

I presunti finanziamenti che la Lega avrebbe ricevuto dalla Russia, per un totale di 65 milioni di euro, sono il punto di partenza di un’inchiesta che la Procura di Milano sta conducendo su Gianluca Savoini, Gianluca Merenda e Francesco Vannucci, accusati di corruzione internazionale. È lo scandalo che è scoppiato, qualche mese fa, intorno a una trattativa che si è tenuta a Mosca, all’hotel Metropol, e nella quale hanno avuto voce in capitolo persone vicine a Matteo Salvini e agli ambienti della Lega. Report, programma televisivo di Rai3 che si occupa di inchieste giornalistiche  e condotto oggi da Sigfrido Ranucci, ieri è andato in onda  e ha proposto un’inchiesta approfondita allo scopo di gettare un po’ più di luce sull’affaire Russia e sul ruolo giocato dalla Lega in questa rete di contatti che, a quanto pare, sarebbero dovuti rimanere segreti.

Inchiesta di Report sul Russiagate, spiegato il retroscena: “La Lega è culturalmente più bassa e facile da affiliare”

In questa rete di relazioni compare il nome di Konstantin Malofeev, uno dei ricchi sostenitori di Putin e (a quanto pare) e di un modello di società patriarcale che vede gli omosessuali come sodomiti e che vede le donne esclusivamente come madri e non come persone in grado di lavorare e affermarsi, e simpatizzante di Matteo Salvini. È emerso che ci sarebbero stati numerosi incontri, in passato tra lui, membri della Lega e lo stesso Salvini, che non ha mai voluto chiarire i suoi rapporti con la Russia, sebbene sia stato chiamato a relazionare in merito anche in Parlamento.  Ma, al di là delle simpatie vere o presunte tali che Malofeev potrebbe provare verso la Lega, il partito italiano non è stato scelto per entrare a far parte di queste trattative perché “simpatico” o “accattivante”. La risposta alla domanda del perché sia astata scelta la Lega come testa di pinte per l’Italia è eloquente: “Perché debole culturalmente quindi più facile da infiltrare/affiliare”.

Maria Mento