
Kelly Renne Turner è stata incastrata dalla Polizia due anni dopo la morte della figlia : è lei, la mamma 41enne, che ha ucciso la bimba e ora ci sono le prove. Dal quadro giudiziario emerge una storia terribile
Ha ucciso sua figlia commettendo un omicidio spregevole e spregiudicato e dopo due anni da questi tragici fatti la Polizia ha trovato le prove che la incastrano. Stiamo parlando di Kelly Renee Turner, anche conosciuta come Kelly Gant, donna 41 enne che vive in Colorado. Due anni fa, quando aveva 39 anni, la donna uccise la figlia di 7 anni convincendo i medici che avrebbero dovuto rianimarla a lasciarla morire. Ma Olivia, questo il nome della bimba di 7 anni, non è morta perché malata: è morta per l’interruzione del nutrimento che i medici hanno ordinato perché convinti dalla madre. Il retroscena è di quelli che lasciano senza fiato per la mole di crudeltà mostrata da questa mamma che, per attirare l’attenzione, ha finto che la figlia avesse un cancro terminale. Questi sono i risultati di un’inchiesta lunga e complessa che ha impegnato, su diversi piani, tutti gli inquirenti e le forze di polizia connesse a questo caso.
Fece morire la figlia di fame, la vicenda della piccola Olivia Gant uccisa dalla madre a 7 anni
La piccola Olivia Gant è morta nel 2017, a 7 anni, per un’insufficienza intestinale dovuta a tutta una serie di malattie contro cui la piccola aveva combattuto fino al momento del suo decesso. Questo, almeno ufficialmente, il resoconto di una vicenda che si è consumata in Colorado e che adesso ha svelato dei retroscena inquietanti e incredibili: la bimba non sarebbe stata malata ma la madre, la 41enne Kelly Renee Turner, l‘avrebbe volutamente uccisa. Sulle azioni criminali della donna nei confronti della figlia gli inquirenti hanno indagato per due anni, arrivando a una specifica conclusione. La donna avrebbe mentito pesantemente sui presunti malesseri che avevano colpito la figlia, arrivando persino a inventare l’esistenza di un cancro inoperabile al cervello. La piccola, secondo quando raccontato dalla donna, avrebbe iniziato a stare male a 13 mesi.
Kelly Renee Turner aveva messo in piedi una macchina “di propaganda” spaventosa e ben organizzata, atta a smuovere i sentimenti dell’opinione pubblica nei confronti della figlioletta malata e (a suo dire) in fin di vita. La donna curava un suo blog intitolato “Preghiere per Olivia Gant” e aveva lanciato una raccolta fondi su GoFundMe. Adesso gli inquirenti pensano che la 41enne possa essere affetta dalla sindrome di Münchhausen, quel disturbo che porta le persone a fingere di soffrire di determinati traumi o malattie per attirare l’attenzione su di sé. In questo caso, Kelly avrebbe agito non fingendosi malata in prima persona ma mettendo in questa condizione la piccola Olivia, che a quanto pare godeva di in buono stato di salute, somministrandole farmaci non necessari e addirittura facendole compilare una lista delle cose da fare prima di morire. Com’è morta , quindi, la bambina? Probabilmente di fame.
Fece morire la figlia di fame, l’esumazione del corpicino e la scoperta della verità
Olivia, nell’agosto di due anni fa, è arrivata in ospedale per essere sottoposta a delle cure, ma la madre è stata tanto convincente nel raccontare del male terminale di cui era affetta da persuadere i medici a firmare i documenti per non rianimare la figlia. Alla bambina, dunque, secondo la pratica innescata, è stato tolto il nutrimento fino a quando non è sopraggiunto il decesso. Pare che la madre abbia insinuato che, vista la vita condotta dalla figlia in quelle condizioni di salute, lasciarla morire sarebbe stato un atto di generosità. Uno dei medici che si è occupato della paziente, il Dottor Kramer, è rimasto inorridito dinanzi a quanto accaduto e ha poi detto alla polizia che Olivia non era affatto una malata terminale. Nel 2018, a conferma di queste ipotesi e del fatto che la madre abbia spinto i medici a uccidere la sua bambina, sono arrivati dei dati decisivi: l’esumazione del corpo della bimba ha dimostrato che molte della patologie dichiarate dalla donna non erano presenti nel corpo della vittima.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti su questa vicenda.
Maria Mento