Dall’intervista di Stefano Cappellini per “La Repubblica” apprendiamo la posizione del segretario Nicola Zingaretti tra approvazione per la manovra appena varata e scontento per le liti che “rischiano di oscurare quanto di buono è stato fatto“.
La recentissima manovra ha mostrato in effetti una maggioranza litigiosa che rischia di minare la stabilità del nuovo governo, ma Zingaretti, pur non volendo tornare al voto, afferma di non voler rinunciare a governare “bene e lealmente” producendo fatti anziché polemiche e afferma: “Noi al governo restiamo solo finché produce risultati utili al Paese“.
Aver bloccato l’aumento Iva equivale a “fermare la valanga sul villaggio”
E’ così che il segretario Zingaretti definisce la neutralizzazione dell’aumento dell’Iva, effettuata grazie ai 23 miliardi recuperati, e passa a descrivere ciò che definisce scelte di campo chiare:
“Siamo passati dalle balle e dai debiti di Salvini, che voleva tassare le cassette di sicurezze e mettere 15 miliardi sulla flat tax, a una prima grande inversione di tendenza: taglio delle tasse sul lavoro, 11 miliardi di investimenti green, finanziamenti per Industria 4.0, asili nido gratuiti, bonus per le facciate dei palazzi e l’ introduzione del piano casa. Sono colpito dal fatto che non tutti rivendichino questi risultati”.
Scelte dispersive, ma necessarie secondo Zingaretti per cui, senza un compromesso e puntando su meno provvedimenti ma di maggior impatto, avrebbero avuto sotto al palazzo “le file di tutti gli scontenti”. Mentre le scelte effettuate sembrano ben premiate dalla fiducia dei mercati. Un punto a favore, certo, ma anche un punto critico in quanto una manovra approvata dalle banche è spesso anti-popolare. Ma il segretario spiega come la risposta positiva sia dovuta al risparmio garantito e quindi “più soldi nelle tasche degli italiani”. Niente trucchi e niente inganni dunque.
Giustifica così invece il freno posto alle misure avanzate dal Movimento 5 Stelle come i pagamenti elettronici e il tetto al contante: “Non basta una sola azione per combattere l’ evasione. Serve un’ azione coordinata, dalla premialità per i contribuenti onesti al rilancio dei pagamenti elettronici. Non bisogna avere paura di chiamare “furto” l’ evasione prevedendo pene adeguate per chi ruba tanto. Ma la lotta non si fa con i provvedimenti a effetto, che vanno sui giornali per 48 ore e poi non cambia nulla“.
Sulle prossime elezioni in Umbria Zingaretti si dichiara tranquillo: si vota per la Regione, non sul governo, quindi non sarà un esame per la nuova alleanza.
Su Salvini, promotore di una grande manifestazione della destra, Zingaretti dichiara che al comizio non ha ascoltato nemmeno “una proposta utile al Paese, encefalogramma piatto” definendo San Giovanni un operazione politica per fondare una nuova destra diretta da Salvini, un operazione da lui definita “molto seria e pericolosa” e il cui unico argine sarà “il rilancio della funzione del PD”.
Ma sul tema immigrazione i decreti di Salvini resistono mentre lo Ius culturae è rimasto fermo: non poteva essere altrimenti dati gli svantaggiosi rapporti di forza all’interno della nuova coalizione che vedono il PD al 18% e il M5S al 33%.
Sulla Boschi che ha affermato che il PD è “il partito delle tasse” Zingaretti commenta:
“Un uscita che se ne sono resi conto persino dentro Italia viva. È surreale l’ ossessione di denigrare il partito di cui si faceva parte fino a due settimane fa. L’ avversario, lo ricordo, è la destra”.
Su le voci di corridoio che vedrebbero Conte nuovo premier del PD Zingaretti nega: “Questa è una fake news. Conte ce la sta mettendo tutta, e sta facendo bene, per ascoltare tutti e produrre una sintesi. La leadership futura sarà decisa democraticamente”.
L’intervista si conclude alla domanda su un eventuale pentimento riguardo l’attuale coalizione, al quale Nicola Zingaretti risponde: “Da quando è partito il governo penso solo a fargli produrre risultati. Piuttosto, ho la sensazione che altri che il governo lo volevano di più non si preoccupino abbastanza di fare altrettanto.”
Sara Alonzi