Fake news, contenuti sponsorizzati e fact checking: la Ocasio-Gomez mette in difficoltà Zuckerberg

Doveva parlare principalmente di Libra, il sistema di pagamento digitale progettato da qualche mese ed ormai prossimo al lancio, ma alla fine s’è trovato a parlare in assoluto del funzionamento della sua creatura, venendo quindi messo in seria difficoltà da una parlamentare democratica.

E’ andata così l’audizione del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg davanti alla commissione della Camera americana, durata quasi due ore.

E le immagini dello “scontro” tra Alexandria Ocasio-Cortez, astro nascente del Partio Democratico – molto vicina a Bernie Sanders, e Zuckerberg stanno facendo il giro del web.

Perché – come si sarebbe detto qualche tempo fa – la Ocasio-Cortez ha semplicemente asfaltato Zuckerberg, chiedendo lumi sul funzionamento del fact-checking su Facebook.

Dinnanzi ai quesiti incalzanti della Ocasio-Cortez, Zuckerberg è apparso particolarmente in difficoltà.

“Potrei lanciare un contenuto sponsorizzato, scegliere gli elettori Repubblicani come target, dicendo che i Repubblicani hanno votato per il Green New Deal (cosa non vera, ndr)? Intendo, se voi non fate fact-checking sui contenuti politici sponsorizzati, quali sono i limiti? Qual è il gioco pulito?”, ha chiesto la deputata democratica e Zuckerberg dal canto suo ha ammesso la possibilità di poter sponsorizzare quella che di fatto è una fake news.

Interessante quindi lo scambio di battute circa i contatti di Zuckerberg con alcuni personaggi dell’estrema destra made in US:

“Un’ultima domanda: nelle sue cene con personaggi di estrema destra, alcuni dei quali ritengono che l’esistenza del suprematismo bianco sia una bufala, avete discusso delle cosiddette “social media bias contro i conservatori” e voi credete che questo bias esista?”

Zuckerberg, come d’uopo in questi casi, ha detto di non ricordare, per poi di fatto lavarsi le mani dinnanzi ad un altro quesito circa un determinato sito scelto da Facebook come fact-checker uffficiale della piattaforma:

“Ok, potete spiegare perché avete nominato ‘The Daily Caller’, un sito con legami con suprematisti bianchi, come un fact-checker ufficiale di Facebook?”

Zuckerberg ha così replicato: “Non siamo noi a nominarli, ma un’organizzazione indipendente, che ha standard rigorosi per riconoscere qualcuno come fact-checker”.

Di seguito, le immagini di questo “scontro”: