Bruciature con sigarette e ustioni varie sul figlio di 2 anni: padre accusato di tortura

In carcere per aver ucciso e seviziato il figlio di appena due anni lo scorso 22 maggio a Milano, Alija Hrusic, il 25enne di origini croate è stato raggiunto oggi dalla notifica della chiusura delle indagini a suo carico per omicidio volontario aggravato, torture aggravate e maltrattamenti aggravati. In particolare il pm Giovanna Cavalleri ha contestato l’omicidio aggravato dall’avere adoperato “sevizie” e dall’avere agito “con crudeltà verso il bambino, per motivi futili consistiti nel fatto che il piccolo, lasciato senza pannolino, si fosse sporcato”.

La moglie e gli altri due figli risultano invece essere “parte offesa” come si legge dall’avviso: “Fin dall’inizio della loro relazione ingiuriava e percuoteva, il più delle volte alla presenza dei figli minori (…) la convivente (…) colpendola con schiaffi, pugni e calci, a volte utilizzando una cintura, in  altre occasioni servendosi del bastone di una scopa o di grossi fili elettrici”. Inoltre l’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe de Lalla, “dal mese di aprile 2019 la minacciava di uccidere lei e la sua intera famiglia laddove si fosse allontanata da casa o lo avesse denunciato, le impediva di uscire di casa e, in più occasioni, le sottraeva il cellulare (o la relativa batteria) e non le consentiva, comunque, di chiedere aiuto all’esterno”. La donna, all’epoca dei fatti era incinta al 4° mese di gravidanza. Dalla notifica si evince anche come l’uomo manifestasse grave insofferenza nei confronti del bambino, ingiuriandolo ripetutamente, percuotendolo con calci e pugni, tormentandolo con morsi e addirittura provocandogli bruciature di sigarette in diverse parti del corpo e bruciature sui piedini con una fiamma viva, presumibilmente un accendino.

E’ la prima volta che in Italia viene contestato il reato di tortura. L’uomo aveva confessato di aver picchiato a morte il bambino.

Sara Alonzi