Pietro Maso, per lui un’eredità da 850mila euro da un’ex insegnante di Lettere

Pietro Maso, l’uomo che nel 1991 uccise i genitori, è tornato libero e avrebbe ricevuto un’eredità da 850mila da un’anziana insegnante di Salerno

Una vita dedicata all’insegnamento in diverse città di Italia e una morte avvenuta a 96 anni, dopo una vita piena di soddisfazioni e nel corso della quale era riuscita ad accumulare 850mila euro. La sorpresa, quella vera, è arrivata dopo la morte di questa anziana signora, originaria di Salerno e residente a Brescia, che viene descritta come una persona modesta nei modi e nei gesti: un testamento olografo con il quale la donna lascia tutti i suoi beni a Pietro Maso, l’uomo (oggi 48enne) che nel 1991 uccise i suoi genitori per intascare la sua parte di eredità. Una cifra, come viene spiegato nel testamento, che dovrebbe servire per consentire all’uomo di rifarsi una vita nel segno dell’onestà.

Pietro Maso riceve un’eredità, un’ex insegnante di Lettere gli ha lasciato 850mila euro

Il 28 settembre del 2019 un’anziana signora di 96 anni ha consegnato il suo testamento olografo ad Alessandro Romano, membro dell’associazione Giustitalia che in precedenza l’aveva aiutata con una cartella esattoriale non pagata. Lei era un’ex docente di lettere, purtroppo deceduta il 21 ottobre, che ha deciso di lasciare tutti i suoi beni a Pietro Maso, resosi colpevole dell’omicidio dei suoi genitori nel 1991. La donna, nubile e senza figli, ha scelto di donare beni per il valore di 850mila proprio a lui, che ha mostrato pentimento per le azioni compiute, affinché possa rifarsi una vita onesta. Pietro Maso avrebbe ora sei mesi di tempo per decidere se accettare o rifiutare questa eredità. La notizia è stata riportata da Salerno Notizie.

Pietro Maso riceve un’eredità, 28 anni fa il duplice omicidio dei suoi genitori per intascare parte dei beni di famiglia

A soli 20 anni di età, nel 1991, Pietro Maso è diventato il protagonista di uno dei più efferati casi di cronaca nera verificatisi in Italia negli ultimi 30 anni. Il ragazzo, dopo dei tentativi (tre accertati) andati a vuoto, uccise i genitori Antonio Maso e Mariarosa Tessari nella loro casa di Montecchia di Crosara (Verona), servendosi dell’aiuto di tre complici. Come scoperto più tardi dagli inquirenti, il duplice omicidio è stato commesso con l’intenzione– da parte di Maso- di appropriarsi della sua parte di eredità per poter condurre una vita agiata. Il ritratto che emerge del Pietro Maso ventenne è quello di un giovane viziato e coccolato, dedito all’ozio e all’acquisto di oggetti (soprattutto vestiti) costosi e di marca. Condannato in primo grado di giudizio a 30 anni di carcere e ottenuto il riconoscimento della seminfermità mentale al momento del duplice omicidio, è un cittadino libero dal 2013: i 22 anni trascorsi dall’uomo in prigione sono stati raccontati in un libro scritto a quattro mani con la giornalista Raffaella Regoli e intitolato “Il male ero io”. Nel libro maso racconta il suo duro percorso verso il riscatto (qui il link per approfondire la vicenda giudiziaria di Pietro Maso).

Maria Mento