Dopo il trionfo ottenuto dalle elezioni in Umbria, che ha visto la Lega divenire primo partito (con il 57,4% dei consensi) in una regione storicamente rossa, abbiamo appreso le reazioni di Salvini in un intervista di Stefano Filippi per “la Verità”.
Dai sondaggi di SWG si stima come la Lega abbia ottenuto il 3,4% dei voti dal M5s, il 3,2% dal centrosinistra e il 13,7% da ex astensionisti. In tal proposito Salvini si è dichiarato molto orgoglioso del dato riguardante l’affluenza al voto – incremento del 9% – segno di aver riavvicinato alla politica tante persone disilluse. E su questo punto ha intenzione di lavorare ancora, chiedendo ai consiglieri neoeletti di essere ai gazebo nelle piazze il prossimo fine settimana “per andare a parlare agli umbri che ancora non hanno scelto”
Sul poderoso calo di voti ottenuti dai 5 Stelle rispetto le scorse elezioni (140.000 voti il 4 marzo 2018 mentre domenica 31.000) il leader della Lega ha le idee chiare: è l’effetto tradimento. Fa l’esempio con il proprio partito: se domani si alleasse con il Pd, potrebbe anche guadagnare 38 ministeri, ma perderebbe naturalmente elettori, e aggiunge “Sei nato contro i poteri forti, i sistemi, le banche, Bibbiano, mafia capitale, hai denunciato Sanitopoli e poi fai le capriole: perdi tutta la credibilità che avevi. Sono curioso di vedere che cosa faranno in Calabria ed Emilia Romagna“.
Conte “un omino” che poteva chiedere scusa, manca di lucidità come Giampaolo sulla panchina del Milan
Salvini non risparmia certo gli ex alleati. Su di Maio che definisce finito l’esperimento con il Pd ricorda come sia abituato a dire “tutto e il contrario di tutto” come ad esempio “mai con il Pd e mai con Renzi” mentre ora governa con loro, sottolineando questo come motivo per il distacco con la Lega. Mentre aveva già definito Giuseppe Conte come “un omino” per aver paragonato l’Umbria a Lecce, ora aggiunge “Una caduta di stile ci sta, poi basta chiedere scusa. Invece lui nella sua arroganza ribadisce che gli umbri valgono soltanto il 2% della popolazione italiana e quello che fanno non gli interessa. Non mi sembra un ragionamento da uomo di Stato. Capisco la sua disperazione tra Russiagate, servizi americani, il Financial Times, il conflitto d’ interessi. Lo vedo come l’ ultimo Giampaolo sulla panchina del Milan. La stessa lucidità“. Ma non è aggrappandosi agli scandali che Salvini vuole attaccare Conte, ma politicamente, e definisce la manovra economica un massacro soprattutto per il lavoro autonomo, gli artigiani, le partite IVA.
Sulle possibili alleanze con il centro destra, informa di aver sentito la Meloni, Berlusconi e Toti e la definisce una squadra “vincente e convincente” al quale vuole aggiungere ulteriori compagni di viaggio, ad esempio ulteriori presenze civiche a sostegno del candidato presidente Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna.
Alla domanda sull’ipotetica caduta del governo dopo le elezioni in Emilia Romagna, risponde: “Io ragiono passo dopo passo. Sicuramente l’ Umbria è un segnale chiaro, poi a gennaio arriveranno Calabria ed Emilia Romagna, due regioni governate dalla sinistra, e sono estremamente fiducioso. Quanto rimarranno attaccati alla poltrona, non lo so dire; intanto offriamo il cambiamento ad alcuni milioni di italiani che andranno a votare in primavera”