Matteo Renzi, leader del movimento Italia Viva, prese le distanze dalla manovra e lanciato l’ultimatum al Premier Giuseppe Conte, è ancora impegnato in un vivace botta e risposta con il M5S.
L’ex primo ministro aveva criticato le troppe tasse (perché sarebbero state “una mazzata sulla classe media“) e aveva detto a Il Messaggero: “Conte o non Conte, il Governo andrà avanti. […].Nella mia esperienza politica ho sempre abbassato le tasse, dall’addizionale Irpef in comune all’Ipt in provincia, fino agli 80 euro o Industria 4.0 o l’Irap costo del lavoro o l’Imu prima casa. Non cambio linea adesso. Anzi: rivendico la battaglia culturale. Giusto combattere l’evasione fiscale ma va combattuta anche l’invasione fiscale: l’invasione fiscale di nuove tasse e aumenti sconsiderati. […]. Le tasse in Italia sono troppe: facciamole scendere. O almeno non alziamole“. “E poi la legislatura durerà sicuramente fino al 2023, perché i numeri ci sono, se con o senza Conte dipende da come funziona il governo. […] ma se qualcuno vuole andare a votare prima, basta che lo dica, ma poi si prenda le sue responsabilità“.
Pronta la reazione del M5S: Conte non si tocca
Alle parole di Renzi i pentastellati avevano replicato su Facebook: “Lo vogliamo dire chiaramente! Non esiste futuro per questa legislatura se qualcuno prova a mettere in discussione il presidente Conte con giochini di palazzo […]. Lo stesso vale anche se si continua a indebolire quest’esecutivo attraverso messaggi che fanno male al Paese e che lo mettono continuamente in fibrillazione. […]. I giochini di palazzo, appartenenti alla vecchia politica, non possono appartenere a questo governo“.
Piovono critiche anche dagli ex Pd
Ma Renzi è stato criticato anche dai suoi ex compagni del Pd, come Andrea Romano che ha detto: “Che senso ha picconare ogni giorno il governo di cui si fa parte? Che senso ha lanciare petizioni contro misure decise a tavolo comune, invece di migliorarle insieme? Italia Viva partito di lotta e di governo, stile Turigliatto?”
Renzi non ci sta e ribatte
Ancora una volta Matteo non le ha mandate a dire e così ha replicato via Facebook: “Ribadisco in modo semplice. Abbiamo fatto un Governo di emergenza che può aiutare il Paese su molte cose a cominciare dalla riduzione degli interessi sul debito. E parliamo di decine di miliardi, non di spiccioli. Nel merito della legge di bilancio siamo felici dei risultati ottenuti fino ad oggi. Ma non basta. Noi continueremo a batterci in Parlamento per migliorare ancora i provvedimenti su auto aziendali e microbalzelli che feriscono la competitività delle imprese. Le nostre proposte non sono slogan, ma hanno coperture: e se in Parlamento ci saranno i numeri diventeranno legge. Tutto qui. Chi elimina autogol come quello sulle auto aziendali non sta attaccando il Governo: sta facendo un favore al Governo. Invece mantenere quelle microtasse dannose non significa fare un regalo al Governo, ma significa fare un regalo a Salvini. Non mi sono limitato a dire che vogliamo cancellare le tasse sulle auto aziendali: ho spiegato anche come farlo. Perché i populisti parlano con gli slogan, i politici fanno proposte concrete. I politici fanno interviste lanciando idee e proposte, i populisti le commentano avendo letto solo i titoli”.