Ilva, Arcelor Mittal abbandona mentre Salvini paragona operai Ilva a Balotelli

Dai cori verso Balotelli alla situazione Ilva: due pianeti distanti, problematiche completamente diverse e di peso disuguale. Eppure Matteo Salvini è riuscito a metterli in correlazione affermando – forse per minimizzare, forse cercando lo scontro: “Con 20 mila posti di lavoro a rischio Balotelli è l’ultima mia preoccupazione, ma proprio l’ultima ultima ultima. Vale più un operaio dell’Ilva che 10 Balotelli. Il razzismo va condannato ma non abbiamo bisogno di fenomeni”, in risposta a una domanda sul caso durante una conferenza stampa in Senato.

La situazione Ilva per i sindacati è una “bomba sociale”

Secondo i contenuti dell’accordo di acquisizione chiuso il 31 ottobre il gruppo gruppo angloindiano ArcelorMittal ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la esponsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Il Gruppo ha ora notificato ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate, acquisite secondo lo stesso accordo. Le motivazioni addotte sono molteplici, con in primis il mancato scudo legale i cui effetti sono ben spiegati dal nuovo amministratore delegato Lucia Morselli, in una lettera ai dipendenti: “Non è possibile gestire lo stabilimento senza queste protezioni legali necessarie all’esecuzione del piano ambientale, definitivamente rimosse ieri con la mancata conversione in legge del relativo decreto“. Per la manager “non è possibile esporre dipendenti e collaboratori a potenziali azioni penali“. E continua illustrando il nefasto programma “sarà necessario attuare un piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive a cominciare dall’area a caldo dello stabilimento di Taranto, che è la più esposta ai rischi derivanti dall’assenza di protezioni legali”.

Le altre motivazioni sono riconducibili ad altri “gravi eventi indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto” per cui la Società ritiene di avere pieno diritto a risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano.

I sindacati sono allarmati e riferiscono: “Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all’Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale“, afferma il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli.

Il Pd chiede al premier Giuseppe Conte, di convocare subito l’azienda, attraverso le parole di  Pietro Bussolati della segreteria nazionale “Sulla vicenda Ex Ilva esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto per l’annuncio da parte di ArcelorMittal del disimpegno sull’azienda. Non si perda tempo: il presidente Conte convochi immediatamente Arcelor Mittal. Non si scherza con i lavoratori e con l’ambiente: pretendiamo serietà e e rispetto”.