Marco Carta è stato ospite a “Live Non è La D’Urso” per parlare dell’assoluzione, legata al presunto furto di alcune magliette alla Rinascente di Milano.
In seguito alla piena assoluzione, legata al presunto furto di alcune magliette alla Rinascente di Milano, questa sera, Marco Carta è stato ospite a “Live Non è La D’Urso” per rilasciare un’intervista esclusiva. Il cantante ha potuto finalmente dire la sua, in merito alla vicenda che l’ha visto protagonista e che si è risolta con una piena assoluzione “per non aver compiuto il fatto”, nonostante il Pm avesse chiesto otto mesi di carcere.
Parlando dello stato d’animo vissuto in questi mesi, l’artista, vincitore del “Festival di Sanremo” con il brano “La forza mia”, ha dichiarato:
“Ero tranquillo ma preccupato per la mia famiglia. Sono stati mesi difficili, ho tenuto sempre una maschera per non far preoccupare i miei familiari. Quando sono uscito dalla Rinascente, ero al telefono. Ho visto la mia amica accerchiata e sono tornato indietro, mi hanno chiesto se la conoscevo e ho detto di sì e quindi sono andato con loro”.
Marco Carta: “Non sono più in contatto con Fabiana Muscas”
Marco non è più in contatto con Fabiana Muscas, la donna, sua amica, che era con lui alla Rinascente, il giorno del presunto furto:
“No, sinceramente no, ma penso sia normale”.
In queste settimane, Marco è finito nel mirino degli haters del Web:
“Sono stato preso di mira soprattutto sui social e ora ho portato tutto alla polizia postale. Barbara quando sono venuto qui io sapevo di non aver fatto niente, ma in Italia spesso è più facile credere alle cattive cose che a quelle belle. Questo è un paese che punta facilmente il dito. Avevo problemi ad uscire per strada, mi sentivo osservato, ho trovato rifugio in Sirio”.
Sirio ha scritto a Marco una bellissima lettera che è stata letta in studio da Barbara D’Urso:
“Una delle tue artiste preferite dice in un suon brano ‘Nel blu dei giorni tuoi più fragili io ci sarò e così per noi è stato. Ho capito quanto bisogno avevi di me, fin da subito quel giorno e mi sono messo in marcia più di prima mettendoti al primo posto Non abbiamo vissuto un periodo facile, ma spero di esserti stato vicino e di averti protetto e aver alleggerito i tuoi dolori. In un lampo è cambiato tutto con la malattia di papà, a quel punto ero io ad aver bisogno di te. Abbiamo superato ostacoli importanti e ora siamo qui io, te e le nostre bambine. Grazie amore, ti amo”.
Ed è proprio a Sirio ed ai suoi amici che Carta dedica la sua assoluzione:
“Dedico questa sentenza a Sirio e a tutti gli amici, quelli veri, ora sentirete la mia musica”.
Maria Rita Gagliardi