Galeazzo Bignami e Marco Lisei sono stati denunciati per violazione della privacy dopo aver lanciato sui social un video in cui si fanno nomi e cognomi di stranieri che vivono in alcune case popolari di Bologna
Le case popolari di Bologna assegnate agli immigrati stranieri: situazione che per Galeazzo Bignami e Marco Lisei (esponenti di Fratelli d’Italia) era doveroso denunciare. Così, i due erano andati a cercare le sopraindicate casa popolari e, leggendo le etichette dei campanelli, avevano fatto i nomi e cognomi degli stranieri ospitati negli immobili davanti a una telecamera che stava registrando tutto. Poi il video realizzato era finito in rete scatenando la polemica e facendo rimediare ai due una denuncia per violazione della privacy. Il caso è scoppiato lo scorso 1 novembre 2019.
Video-denuncia sulle case popolari di Bologna agli stranieri, Galeazzo Bignami e Marco Lisei son nei guai
Guai in vista per Galeazzo Bignami e Marco Lisei. Deputato il primo e Consigliere comunale a Bologna il secondo, entrambi militanti nel partito politico di Giorgia Meloni, i due si sono resi protagonisti di un video pubblicato sui loro canali social lo scorso 1 novembre 2019. Nel video, i due esponenti di Fratelli d’Italia nominavano i nomi e i cognomi degli stranieri che occupano le case popolari di Bologna, esponendoli alla pubblica gogna ed esprimendo il dovere che sentivano di dover compiere denunciando, appunto, questi fatti.
Ma nessuna illegalità è stata commessa da parte degli immigrati che vivono, legittimamente (perché le case vengono appositamente assegnate dalle istituzioni preposte a tale compito), in quegli edifici. Si è trattata di una schedatura degli stranieri che Bignami e Lisei hanno compiuto passando da portone in portone e prendendo visione dei nomi scritti sui campanelli, nel segno di un “prima gli italiani” che lo Stato italiano non rispetterebbe dando la priorità agli immigrati in fatto di alloggi popolari. Diffusione di dati personali e privati, con tanto di segnalazione di indirizzi, viziata da una evidente discriminazione razziale di fondo che è arrivata sul tavolo del Garante per la privacy.
Video-denuncia sulle case popolari di Bologna agli stranieri, la denuncia dell’avvocatessa Kathy La Torre
“Ci diranno “Ah state violando la privacy”. Non ce ne frega assolutamente niente. Se è un alloggio popolare, c’è il tuo nome sul campanello, bisogna anche che ti metta nell’ottica che comunque qualcuno vada a vedere”, diceva Bignami nel video, poi rimosso dalle pagine web dei due. Di tutt’altro avviso l’avvocatessa bolognese Cathy La Torre, che ha segnalato il caso tramite un esposto presentato al Garante per la Privacy in violazione del Re. UE 2016/679. La professionista è la promotrice della campagna “Odiare ti costa”.
Come riporta il Corriere della Sera, l’avvocatessa ha equiparato il comportamento non tollerabile dei due politici ai fatti che hanno preceduto l’inizio delle persecuzioni naziste ai danni degli ebrei, quando per le persone di questa etnia vigeva l’obbligo di censirsi e di essere “dichiarati” come ebrei: “Sulle case e i negozi degli ebrei i nazisti affiggevano cartelli che potessero agevolarne il riconoscimento. Oggi il censimento della razza che “ruba” agli ariani si fa con telecamera. Quelle abitano in quelle case legittimamente, non le hanno rubate a nessuno, sono state assegnate loro per diritto. Quale sarebbe la loro colpa? Perché sottoporli a questa violenza? Ovviamente la loro colpa è essere stranieri, essere di un’altra “razza”, essere carne da macello elettorale”.
I due esponenti di Fratelli d’Italia potrebbero aver violato altre leggi, e in particolare: l’articolo 167 del Codice della Privacy (trattamento illecito dei dati personali) e le disposizioni che regolamentano i casi di odio razziale.
Maria Mento