Giorgetti propone una Costituente, ma specifica: “Non sono autorizzato da Salvini”

“Un governo che avesse un progetto e una visione, che pur io non condividerei, sarebbe una cosa. Ma all’orizzonte ci sono tre anni di immobilismo per impedire a Salvini di non andare al potere. E questo non ce la possiamo permettere, anche se noi prenderemo volentieri i consensi che ci arriveranno per disgusto. Se continuiamo a vincere le amministrative li rafforziamo, perché non siamo in una situazione normale”. Questo il motivo alla base della proposta di Giancarlo Giorgetti durante un convegno dell’Huffington Post, moderato da Lucia Annunziata, che però precisa: “Parlo non autorizzato da Salvini”.

Per l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio l’unica soluzione per evitare una paralisi governativa è sedersi intorno ad un tavolo con tutte le forze politiche del paese e concordare alcuni punti necessari, mettendo anche mano alla legge elettorare, per scongiurare gli effetti del proporzionale e permettere a chiunque sia al governo di prendere decisioni. Secondo Giorgetti l’attuale situazione sarebbe carburante nei serbatoi della Lega che trarrebbe vantaggio da ogni amministrativa e dalla situazione di stallo, ma preferirebbe comunque una svolta significativa al pantano.

“Salvini va avanti a slogan”, le reazioni alla proposta

La proposta di una costituente è stata raccolta subito dal sindaco di Milano Beppe Sala, dal palco del convegno presso la Fondazione Feltrinelli da cui si è dichiarato d’accordo a un tavolo dove partecipino “persone che sanno di cosa parlano” e sottolineando come nella Lega sia presente un anima concreta rappresentata da persone come Giorgetti e Zaia, e una prevalente “che è quella di Salvini, che va avanti a slogan”.

D’accordo anche il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci,per cui un testo elaborato in accordo con la Lega sarebbe un ottima cosa ed è necessaria una legge elettorale condivisa.

Presente anche Italia Viva tramite Matteo Renzi che ha definito la proposta saggia e intelligente.

Non concorda invece il ministro delle riforme, il pentastellato Federico D’Incà, per cui è vivo il ricordo di quel 20 agosto in cui Salvini chiese pieni poteri nonostante l’Italia corresse il rischio di un blocco con il conseguente aumento dell’Iva al 25%. Si dichiara comunque interessato ad ascoltare le proposte di Giorgetti, per cui mercoledì riunirà alla Camera i capigruppo di M5S, Pd, Iv e Leu per un primo incontro sulla legge elettorale. Probabile dunque una larga intesa sull’argomento. Per il ministro la priorità resta sempre la stabilità del paese.