
Il processo per la morte di Stefano Cucchi sembra non trovare una sua certa definizione e dopo i risultati ottenuti grazie alla strenua battaglia condotta da Ilaria Cucchi, che si è sempre spesa per la verità, ora spunta un nuovo conflitto di interesse
Nulla di fatto per il processo relativo ai depistaggi che hanno viziato il caso dell’omicidio di Stefano Cucchi e che vedono coinvolti 8 militari dell’Arma. Il processo è stato rinviato non appena aperto perché il giudice deputato, Federico Bonagalvagno, si è astenuto per essere un ex Carabiniere in congedo. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, dopo 9 anni di incessante e coraggiosa battaglia è riuscita a dimostrare il coinvolgimento dei Carabinieri che arrestarono il fratello nel successivo pestaggio che portò il ragazzo alla morte pochi giorni più tardi (il processo è in atto e il Pubblico Ministero ha chiesto che quattro Carabinieri siano condannati per reati di varia gravità a loro imputati, dal falso all’omicidio preterintenzionale). Oggi, con questo rinvio, la comminazione di pene ai responsabili sembra allontanarsi ancora di più.
Processo depistaggi sul caso Cucchi, il giudice si astiene su richiesta della famiglia: c’è il rinvio
La famiglia Cucchi aveva chiesto l’astensione al giudice monocratico Federico Bonagalvagno, incaricato di presiedere il processo relativo ai depistaggi sul caso Cucchi, e così è avvenuto: il giudice si è astenuto e l’udienza è stata rinviata. A motivare la richiesta fatta dai familiari di Stefano Cucchi il fatto che il giudice avesse organizzato convegni ai quali erano intervenuti alti ufficiali dell’Arma. Bonagalvagno è un ex Carabiniere e avrebbe dovuto giudicare 8 Carabinieri finiti a processo per i depistaggi realizzati sull’omicidio del trentunenne. Una vicenda, questa, che sta ulteriormente addolorando la famiglia di Stefano, costretta a subire l’ennesimo (si spera solo temporaneo) scacco.
Processo depistaggi sul caso Cucchi, nominato un nuovo giudice: è Giulia Cavallone
Giulia Cavallone è stata nominata nuovo giudice monocratico per il processo sui depistaggi. Gli otto imputati, che all’epoca dei fatti svolgevano diverse mansioni tra le fila dell’Arma, sono accusati di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Si tratta del generale Alessandro Casarsa e di sette Carabinieri (Francesco Cavallo, Luciano Siligo, Massimiliano Colombo Labriola, Francesco Di Sano, Tiziano Testarmata, Lorenzo Sabatino e Luca De Cianni).
Il Ministero della Giustizia ha presentato un’istanza per costituirsi parte civile in questo processo. L’Arma dei Carabinieri e la Presidenza del Consiglio dei Ministri si erano già costituiti come tali.
Maria Mento