Condannato per falso Francesco Tedesco, l’imputato-testimone che rivelò il pestaggio. Mentre per i medici del Pertini, 4 prescrizioni e un’assoluzione. Mentre per i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro la sentenza è stata di 12 anni.
La Corte d’Assise di Roma ha stabilito che l’omicidio di Stefano Cucchi fu preterintenzionale, assolvendo anche dall’accusa di omicidio Francesco Tedesco, che con le sue dichiarazioni ha fatto luce sul presunto pestaggio subito da Stefano Cucchi in casermariguardo la notte del suo arresto, per cui a suo carico rimane solo la condanna a 2 anni e sei mesi per falso; lo stesso reato è contestato al comandante interinale della stazione Appia, Roberto Mandolini: per lui 3 anni e otto mesi. Assolti, invece, Vincenzo Nicolardi e Tedesco e Mandolini dall’accusa di calunnia.
Militare bacia la mano della madre di Stefano: “Dopo tutti questi anni finalmente giustizia”
Insieme alla condanna la corte ha disposto il pagamento di una provvisionale di 100mila euro ciascuno ai genitori di Cucchi e alla sorella Ilaria. Gli agenti della polizia penitenziaria Di Bernardo, D’Alessandro, Mandolini e Tedesco dovranno risarcire, in separato giudizio e differente misura, le parti civili Roma Capitale, Cittadinanzattiva oltre che pagare le proprie spese legali per complessivi 36mila e 500 euro. Di Bernardo e D’Alessandro sono stati inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre un’interdizione di cinque anni è stata disposta per Mandolini.
Per la famiglia, insieme a dei colpevoli, potrebbe finalmente arrivare la pace: “Stefano è stato ucciso, lo sapevamo, forse adesso potrà riposare in pace e i miei genitori vivere più sereni. Ci sono voluti 10 anni ma abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che ci siamo visti che saremmo andati fino in fondo” ha affermato Ilaria Cucchi in lacrime dopo la sentenza di primo grado del processo bis per la morte, avvenuta ad ottobre 2009, del fratello Stefano.
Per il legale della famiglia, Fabio Anselmo, il tempo impiegato a fare luce è stato troppo per una verità tanto evidente che afferma: “Io considero Mandolini corresponsabile quanto i due condannati per il reato. Vedremo le motivazioni della sentenza. La verità è che Stefano è morto per le percosse subite”.
Al termine della sentenza, un carabiniere visibilmente commosso ha avvicinato la sorella di Stefano, Ilaria , facendole il baciamano. “L’ho fatto perchè finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia”, ha spiegato poi il militare accompagnando i genitori di Stefano Cucchi fuori dall’aula di Rebibbia dove si è celebrato il processo.