Governo, nuove frizioni: Zingaretti chiede ius soli e ius culturae ma il M5S insorge

Nicola Zingaretti

Il segretario PD Nicola Zingaretti ha chiuso i lavori della convention Dem di tre giorni a Bologna, appassionando i militanti del suo partito dal palco del centro congressi del capoluogo emiliano.

All’annuale assemblea nazionale del Pd, intitolata “Tutta un’altra storia”, il segretario Dem ha parlato dei rapporti interni al partito e con la maggioranza di governo

Il Leader Dem si è rivolto, anzitutto, alla maggioranza e al Premier: “Io lo dico al presidente del Consiglio Conte: prepariamo già oggi e nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi, una nuova agenda per questo governo. Prima di tutto, senza se e senza ma, l’Ilva non deve chiudere”.

Al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha detto: “Il  Pd non si accoda ad una generica battaglia contro il fisco. I democratici sono il partito della giustizia fiscale: è il fondamento più importante del patto tra cittadini e Stato, garantisce il funzionamento dei servizi […] Non si illuda chi combatte il Pd per rosicchiare qualche consenso, scava la fossa per se stesso e per tutto il centrosinistra italiano“.

E infine, infiammando i cuori degli astanti, ha assicurato al segretario leghista: Ci battiamo perché al più presto si rivedano i decreti Salvini, dentro questo governo come scelta di campo. Ci batteremo con i gruppi parlamentari per far approvare lo ius culturae e ius soli, certo che lo faremo. Faremo una legge per parità salariale tra donne e uomini, ma per raggiungere l’obiettivo e non per mettere bandierine e avere un’intervista sui giornali. Ci vuole serietà non comizi”

Dalla maggioranza, i Pentastellati non hanno accolto bene il rilancio dello ius soli

Sulla questione ius soli, questo è stato il commento al vetriolo del M5S: “C’è mezzo Paese sott’acqua e uno pensa allo ius soli? Siamo sconcertati. Preoccupiamoci delle famiglie in difficoltà, del lavoro, delle imprese. Pensiamo al Paese, già abbiamo avuto uno che per un anno e mezzo ha fatto solo campagna elettorale. Noi vogliamo pensare a lavorare“.