Intervistata da ‘Libero’ dieci anni dopo il caso Marrazzo il trans Natalie confida che quella vicenda giudiziaria ha aumentato i suoi introiti. I suoi clienti sono molteplici, alcuni dei quali molto famosi.
Sono passati dieci anni dallo caso Marrazzo, il Governatore della Regione Lazio che si è dimesso dopo che un video che lo mostrava in compagnia del trans Natalie è emerso. A girare quel filmato erano stati quattro carabinieri che conoscevano quella sua frequentazione ed hanno deciso di tendergli una trappola. Sebbene i due non stessero facendo nulla di male, i carabinieri cominciarono a ricattarlo chiedendo 20 mila euro in cambio del loro silenzio.
Pochi mesi dopo l’accaduto, Marrazzo decise di dimettersi per questioni derivanti da una sua “debolezza personale”. Dalle indagini che nacquero in seguito all’accaduto emersero dettagli su un giro di prostituzione che vedeva coinvolti i trans di Roma, tra i cui clienti c’erano alcuni personaggi famosi. A quella vicenda sono legate anche due morti ritenute sospette: quella del trans Brenda, il cui telefono non fu mai trovato ed il cui pc venne gettato nell’acqua, e dello spacciatore Capasso, morto apparentemente per overdose. I carabinieri ricattatori vennero condannati con pene dagli 8 ai 12 anni di carcere.
Caso Marrazzo, Natalie si racconta 10 anni dopo
Intervistata in questi giorni da ‘Libero Quotidiano‘, Natalie torna su quanto accaduto a Marrazzo 10 anni prima. In primo luogo ci tiene immediatamente a precisare alcune cose per mettere fine una volta per tutte alle dicerie che di tanto in tanto sente o legge in giro ancora oggi: “Dicevano che io avevo avuto un rapporto con Marrazzo: non era vero. C’ era un rapporto molto bello fra di noi, durava da tanti anni e mai abbiamo fatto sesso. A volte procuravo della droga, ma non quella sera, e quando suonarono Piero mi disse di aprire perché eravamo ‘puliti'”.
Quindi sui carabinieri che si sono presentati quella sera si dice sicura che da tempo cercavano di tendergli una trappola: “Quella sera venne fatto un vero e proprio agguato a Marrazzo. Io lo continuavo a dire che volevano incastrarlo, ma lui mi diceva che era impossibile. Qualche giorno prima avevo incontrato il carabiniere Tagliente che aveva frugato nella mia borsa per prendere il mio cellulare e avere il numero di Marrazzo, ma non l’ aveva trovato. Inoltre la sera prima una mia amica, Pamela, mi aveva raccontato che stavano organizzando qualche trappola per il presidente. Io lo avvisai”.
Alla base di quel piano criminoso, però, c’era stata la soffiata di qualche trans che lavorava nella stessa zona di Natalie. Una cattiveria gratuita, a suo avviso dettata dalla gelosia. A tal proposito Natalie spiega il perché chi fa il suo mestiere non dovrebbe mai rivelare dettagli sui propri clienti: “Nel nostro lavoro serve la riservatezza. Lei ha idea di quanti uomini insospettabili vengono da noi? Quelli che sembrano i più bravi, quelli che hanno moglie e figli a casa. Professionisti, persone famose del mondo dello spettacolo, calciatori e anche politici”.