Golpe in Bolivia, la presidente autoproclamata accusata per un video hard

E’ una delle protagoniste del golpe che in Bolivia ha visto il presidente del paese sudamericano Evo Morales costretto a dimettersi e a lasciare il paese.

Assieme a lui, si sono dimessi anche il suo vice Álvaro García Linera, la presidente del Senato Adriana Salvatierra e il presidente della Camera Víctor Borda, e così Jeanine Añez, senatrice della opposizione, si è autoprocalamata presidente ad interim.

Lo ha fatto lo scorso 12 novembre, nonostante la mancanza del quorum in parlamento, e lo ha fatto annunciando: “Dio ha permesso che la Bibbia torni nel palazzo. Che ci benedica”.

Al netto di queste dichiarzioni che la dipingono come un baluardo del cristianesimo, Jeanine Añez è un personaggio quantomeno controverso: zia di un noto narcotrafficante, è nota per boutade razziste contro gli indigeni (che rappresentano il 50% della popolazione, il 40% è composto da meticci che hanno comunque origini indigene).

Ma non è questo il motivo per cui ne scriviamo in questa sede (se volete sapere di più sulle uscite razziste della senatrice, basta fare due ricerche online).

Jeanine Añez accusata per un video porno

Scriviamo in questa sede perché della presidente autoproclamata per una vicenda che poco ha a che vedere con la politica ma che ha fatto molto discutere, specialmente considerate le sue parole appena assunta la carica.

Jeanine Añez è infatti stata accusata di essere protagonista di un video porno, facilmente reperibile online.

Nel video è possibile vedere la donna (accusata dai detrattatori di essere una “depravata”) mentre ha un rapporto sessuale con un uomo.

Un caso di revenge porn applicato al mondo della politica che ha visto però la Añez smentire con forza si tratti di lei nel video in questione: la somiglianza è molto forte (anche le unghia sono colorate con lo stesso smalto) ma a dire della senatrice si tratta solo di un tentativo di screditarla.

“Prendendo in carica il governo sono stata attaccata nel modo più vile con video che fortunatamente non hanno avuto una grossa eco e provengono da quel settore che vuole solo danneggiarmi e screditarmi. Lo fanno per una sorta di vendetta”, ha dichiarato la Añez che ha anche aggiunto come se fosse stata un uomo non avrebbe ricevuto le stesse critiche.

Ed è effettivamente deprecabile attaccare chiunque per un aspetto così privato, divenuto pubblico per vendetta (nel momento in cui fosse realmente la donna).

Per attaccare la Añez ci sono tanti altri aspetti inerenti la sua figura di esponente politico da prendere in considerazione.