Il giornalista Aldo Grasso parla del successo televisivo di Mario Giordano con ‘Fuori dal Coro’ e ne elenca le motivazioni.
La nuova trasmissione di Mario Giordano – Fuori dal Coro – riesce a far parlare di sè nel bene e nel male. Da un lato ci sono i follower che apprezzano il format e la conduzione tarantolata ed eccessiva del giornalista (5,5 milioni di spettatori di media), dall’altro c’è chi lo critica per il suo aperto appoggio a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per la difesa ad oltranza e spesso caricaturale delle tradizioni nostrane (vedi le zucche di halloween spaccate con la mazza tricolore).
Il conduttore giustifica il suo comportamento sopra le righe sostenendo che con il suo programma vuole uscire dagli schemi, issarsi sopra il coro dell’informazione uniformata e dire tutto ciò che ritiene sia più opportuno. Da questo intento dichiarato deriva il nome del programma che si prefigge, dunque, lo scopo di portare a schermo delle realtà trascurate, messe in ombra. Ma è davvero così?
Aldo Grasso su Mario Giordano: “Non è fuori dal coro, ma specchio degli italiani”
Un opinione molto forte a riguardo l’ha espressa il giornalista Aldo Grasso in un articolo scritto per il ‘Corriere della Sera‘. Il redattore ammette come prima cosa che il format creato dal collega funziona, quindi elenca la sequela di giudizi negativi che sono stati formulati in queste settimane: “si può dire tutto il male possibile sul personaggio che si è creato: il giullare di corte che fa il fanatico, bercia, insulta l’ ex ministra Trenta, si agita davanti alla telecamera come un ossesso, urla, si fa portavoce della Meloni e di Salvini, distrugge le zucche di Halloween con una mazza da baseball tricolore per rivendicare le feste di matrice italiana”.
Questo aggiunge anche che sarebbe facile prendere in giro il collega per le sue stranezze e per i suoi eccessi, ma a suo avviso è più importante focalizzarsi sul fatto che Giordano “Non è così”. Il problema reale a suo avviso non è che il conduttore sia “Fuori dal coro”, ma che: “è parte consustanziale del coro”. Più che una critica a Giordano ed ai suoi comportamenti, dunque, il giornalista fa una critica più ampia alla società sovranista di cui questo sarebbe il prototipo, infatti chiude scrivendo: “Mario Giordano è uno specchio, non una deformazione. Non possiamo evitarlo senza scansare il nostro destino”.