Continuità territoriale, Sardegna e Sicilia: tante promesse, poca realtà. Qual è lo status quaestionis?

Sciopero mezzi pubblici

Continuità territoriale: questa la priorità di alcune regioni dopo la bufera che è scoppiata sul caso del caro voli da e per la Sicilia. La situazione interessa anche la Sardegna. Ecco il punto delle situazione

Una Sicilia difficile da lasciare (emotivamente parlando) e ancora più difficile da raggiungere fisicamente. Studenti fuori sede, giovani e mano giovani che tentano la lotteria dei concorsi, lavoratori che si sono dovuti trasferire o anche semplici vacanzieri che sperano di trascorrere qualche giorno in una località diversa del Paese: tutti devono fare il conto con il caro mezzi di trasporto che sta isolando sempre più l’isola dal resto d’Italia, e molti saranno costretti a non tornare per riabbracciare i loro cari durante le prossime festività natalizie. Non garantendo a tutti i viaggiatori, specialmente a coloro che sono più indigenti, le medesime opportunità di mobilità o equità di trattamento rispetto a chi viaggia e copre altre tratte. Si parla di continuità territoriale non rispettata e lo stesso Codacons ha alzato i toni della protesta parlando chiaramente di sequestro di persona. Di continuità territoriale e di tratte aeree si è parlato due giorni fa in Sardegna. Cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione.

Continuità territoriale Sicilia e Sardegna, due giorni fa un tavolo sulla continuità territoriale in Sardegna

Incremento del trasporto aereo nei mesi di dicembre e gennaio sulle tratte più critiche e valutazione dell’impatto per la chiusura dell’aeroporto di Olbia per lavori di ristrutturazione (dal 3 febbraio fino al prossimo 13 marzo 2020): di questo si è parlato, lo scorso 20 novembre, in una riunione del Comitato Paritetico di monitoraggio sulla continuità territoriale indetta da Giorgio Todde, l’Assessore regionale ai Trasporti della Regione Sardegna. Sul tavolo, alla presenza di rappresentanti di Alitalia, Air Italy ed Enac, si è parlato di incremento dei voli sulle rotte ritenute meno coperte (Cagliari e Alghero verso Linate) e c’è stata un’apertura positiva delle compagnie aeree su questo fronte e anche su quello della prossima chiusura temporanea dell’aeroporto di Olbia. Anche la Sardegna, dunque, e non soltanto la Sicilia, nel calmiere delle regioni disagiate da questo punto di vista.

Registriamo già da ora un aumento importante nella domanda. Abbiamo chiesto ad Alitalia, impegnata su queste rotte di aumentare ulteriormente l’offerta oltre l’incremento già previsto dal bando e in questo senso la compagnia si è detta disponibile. Stiamo lavorando con l’obiettivo di ridurre i possibili disagi dei tanti sardi che in quel periodo viaggeranno anche per raggiungere le proprie famiglie durante le festività (…)”, queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Solinas, esponente della Giunta, e riportate da Sardegnalive.net.

Continuità territoriale Sicilia e Sardegna, cos’è accaduto in Sicilia: gli ultimi sviluppi

Lo scandalo del caro voli che qualche settimana fa è stato denunciato per i voli che partono da e che arrivano in Sicilia, giudicata la regione con i voli in assoluto più cari dopo l’abbandono di Vueling, ha scatenato la reazione dei social, a cui è seguita quella di associazioni e di alcune figure politiche siciliane. Lo scorso 14 novembre 2019 è arrivata la notizia di un esposto presentato dal Codacons alle Procure della Repubblica di Catania e di Palermo per il costo esorbitante dei voli aerei diretti e in partenza dalla Sicilia e per il reato- penalmente rilevabile- di sequestro di persona.

Alla luce della recente soppressione dei voli della compagnia Vueling tra la Sicilia ed il resto d’Italia e la conseguente rarefazione dei collegamenti aerei, con l’ulteriore lievitare dei prezzi dei biglietti da parte delle due compagnie rimaste, ovvero Alitalia e Ryanair soprattutto durante il periodo delle festività, a molti siciliani sarà impedito di lasciare o raggiungere l’Isola a causa delle scandalose tariffe che superano 500 euro a tratta, considerato che il trasporto aereo è l’unico mezzo di collegamento di cui può servirsi un siciliano in assenza di tutte le altre infrastrutture, a iniziare dall’alta velocità ferroviaria”. Il Codacons ha chiesto che vengano individuati i responsabili della mancata calmierazione dei prezzi.

Qualche giorno prima della presentazione di questo esposto-l’11 novembre 2019- era stato il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci a scrivere una lettera  incentrata sulla continuità territoriale, indirizzata al Ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Ancora, il viceministro siciliano Giancarlo Cancelleri aveva cercato di far partire alcuni sconti di cui avrebbero potuto beneficiare alcune categorie di viaggiatori.

Purtroppo, per realizzare l’idea di continuità territoriale sperata con voli che abbiano un costo alla portata di tutti bisognerà attendere ancora. Viaggi low cost saranno previsti dal 2020, grazie all’iter iniziato nel 2018 per gli aeroporti di Comiso e Trapani e a un decreto ministeriale firmato il 16 luglio 2019 da Danilo Toninelli, ma niente da fare per gli scali di Catania e Palermo, per i quali l’iter di riconoscimento della continuità territoriale è appena iniziato e non è affatto vicino alla conclusione. Si stima che dovranno passare ancora almeno due anni per iniziare a vedere i primi risultati. Su Qds.it una dettagliata esposizione di questi fatti e la possibilità di leggere due interviste realizzate con Giancarlo Cancelleri e Marco Falcone, l’Assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti.

Maria Mento