
Al via, a Napoli, la mostra “Virginem=Partena” che mette in mostra una discussa scultura di Salvatore Scuotto. L’artista ha raffigurato Matteo Salvini che imbraccia una pistola per sparare a due immigrati
È stata inaugurata ieri, a Napoli, una mostra dal titolo “Virginem= Partena” che già sta animando il dibattito e sollevando non poche polemiche. Lo spazio della galleria Nabi Interior Design sta ospitando questa collettiva (mostra a cui prendono parte più artisti) che potrebbe passare alla storia per una scultura in particolare: quella realizzata dall’artista Salvatore Scuotto. Lo scultore ha infatti realizzato un’opera che ritrae Matteo Salvini. L’ex Ministro dell’interno è ritratto in una scena tutt’altro che piacevole, dal momento che il politico imbraccia una pistola e sta per sparare contro due migranti-zombie che gli stanno di fronte. Contro l’esposizione della scultura si sono sollevati Matteo Salvini e il suo partito e ne è stata chiesta la rimozione in quanto non si tratta di arte ma di un qualcosa che istiga all’odio.
Una scultura mostra Salvini intento a sparare agli immigrati, il commento del leader del Carroccio e la richiesta di ritiro dell’opera
“Schifezza”: utilizzando questo termine Matteo Salvini ha commentato la scultura di Salvatore Scuotto che lo ha raffigurato nell’atto di sparare a due immigrati. La scultura, esposta nell’ambito della collettiva napoletana “Virginem=Partena” apertasi con il vernissage di ieri 23 novembre, ha sollevato l’indignazione dei membri della Lega presenti in Campania e del suo leader.
“Cosa non si fa per farsi un po’ di pubblicità, che squallore. La “scultura” che mi raffigura mentre sparo agli immigrati è una vera schifezza, è istigazione all’odio e alla violenza, altro che arte. Non vedo l’ora di tornare a Napoli per ammirare i fantastici Presepi tradizionali, non queste porcherie“, ha sentenziato Matteo Salvini. Lo scultore avrebbe agito per farsi pubblicità, cavalcando l’onda della notorietà che un attacco a Salvini gli avrebbe portato, e lo stesso sentimento lo ha espresso Pina Castiello. La deputata leghista campana, come riporta l’Agenzia Ansa, ha rincarato la dose chiedendo che l’opera venga ritirata dalla rassegna:
“La scultura che ritrae un improbabile Matteo Salvini in versione pistolero sul punto di sparare a due migranti africani, non ha nulla a che vedere con la produzione artistica. Piuttosto essa è la plastica rappresentazione di un espediente volgare, pensato solo per bieche finalità autopromozionali. Spiace che la città di Napoli, capitale dei manufatti in terracotta che rendono famosi in tutto il mondo i presepi partenopei, debba fare i conti con le trovate di pseudo artisti che, pur di guadagnare un attimo di ribalta, non esitano a sfociare nell’istigazione all’odio e alla violenza, gettando peraltro fango su una scuola e una tradizione di grande successo. Mi auguro che la curatrice della rassegna in cui fa bella mostra questo piccolo “monumento all’odio”, voglia procedere al rapido ritiro della scultura dall’esposizione. Sarebbe un gesto capace di ribadire la vocazione pacifica e tollerante della città di Napoli. Ad ogni buon conto, Matteo Salvini che, numeri alla mano, grande impegno ha profuso per Napoli e i napoletani nel corso della sua permanenza al Viminale, non mancherà di ritornare in città nel periodo natalizio. Il nostro leader è infatti desideroso di immergersi nella inimitabile magia dei presepi, quelli si di grande pregio artistico“.
Una scultura mostra Salvini intento a sparare agli immigrati, il significato dell’opera spiegato dal suo autore
Lo stesso scultore, ai microfoni de Il Mattino, aveva spiegato il messaggio che la sua opera voleva veicolare. “Quando ho iniziato a creare, Salvini era ancora ministro dell’Interno. Ho voluto rappresentarlo come un bambinone che gioca ad un videogame popolato da fantasmi, come si vede dai dettagli della pistola che è intenzionalmente sproporzionata. Dico che il suo messaggio politico è infantile, come una costante Play station in cui bisogna individuare il nemico e abbatterlo“. E infatti, attaccato alla pistola si può vedere anche un cartellino con su scritto “Game over”, la dicitura tipica che compare su uno schermo ogni qualvolta si perde una partita a un videogioco.
Maria Mento