Tribunale brasiliano contro Bolsonaro: sospesa l’autorizzazione per 63 pesticidi

Buona notizia per tutti gli ambientalisti: il tribunale di Cearà, ha sospeso l’autorizzazione per i 63 pesticidi richiesti a settembre dal governo Bolsonaro.

Il Tribunale di Cearà, stato del nord est del Brasile, ha negato l’autorizzazione per l’utilizzo di 63 pesticidi ritenuti nocivi per l’ambiente e per l’uomo. Tali pesticidi erano stati introdotti a settembre su richiesta del ministro dell’agricoltura brasiliano. Tra quelli ritenuti pericolosi si segnalano quelli a base di sulfoxaflor e quelli contenenti dinotefuram e fluopyram. Tali sostanze infatti sono ritenute dannose ed il loro utilizzo nel tempo è diventato argomento di controversie.

Per quanto riguarda i pesticidi a base di sulfoxaflor, questi vengono solitamente utilizzati per uccidere gli insetti. Contengono una molecola che agisce sul loro sistema nervoso, e si ritiene possano essere molto pericolosi per le api. Il dinotefuram viene solitamente utilizzato per contrastare le cimici dannose per vari tipi di colture, tra cui le colture di riso, mais, avena e orzo. Questo pesticida però è molto tossico e può esser dannoso anche per gli esseri umani. Infine il Fluopyram si utilizza per proteggere le radici delle piante dall’insorgenza di funghi, ma pare sia molto dannoso per gli organismi acquatici.

Pesticidi vietati in Brasile, il governo Bolsonaro fa ricorso

La sentenza del tribunale brasiliano, postata dal sito ‘Greenme‘, è arrivata in seguito ad una raccolta firme, dopo la quale è stata depositata una richiesta di sospensione all’autorizzazione da parte di un deputato. Nello stabilire il divieto il magistrato ha dichiarato: “L’autorizzazione per la libera commercializzazione di pesticidi con un alto tasso di tossicità è incompatibile con i principi che regolano l’attività economica. In nessun luogo del mondo esiste un paese economicamente ricco con una popolazione gradualmente malata: una circostanza che si verificherà presto se non combattiamo oggi l’uso di tali agenti chimici e biologici dannosi per il nostro ambiente”.

La decisione del tribunale, però, non è definitiva, visto che si tratta solo del primo grado di giudizio. Inoltre il governo Bolsonaro ha già annunciato che intenzionato a presentare ricorso in appello. Spetterà dunque alla corte d’appello stabilire se il divieto rimarrà o verrà rimosso.