Sarebbero resti di corpi umani i 6500 reperti rinvenuti da un addetto alle pulizie, ormai più di un anno fa, nei pressi dell’ex campo di concentramento di Gusen, in Austria.
In un seminterrato dismesso, sotto la stazione ferroviaria di Lungitz, non lontano da Sankt Georgen an der Gusen, nell’Alta Austria – cittadina dove sorgeva uno dei lager del Terzo Reich, persino più grande di quello di Mauthausen -, nell’Ottobre del 2018 gli esperti trovarono frammenti di ossa, denti, teschi e cenere: “Riteniamo che si tratti proprio di resti di deportati del campo di Gusen“, dice oggi il collaboratore del Memoriale di Mauthausen Stephan Matyus.
La cenere ritrovata sarebbe stata usata per realizzare la sottostruttura dei binari della stazione
Secondo la docente universitaria ClaudiaTheune: “Quando furono rinvenuti i reperti le autorità decisero di scavare anche nel terreno adiacente alla stazione […]. Si tratta di resti della prima metà del ventesimo secolo“, chiarisce la studiosa.
Si ritiene che in questo luogo siano state assassinate migliaia di persone: “Abbiamo confrontato mappe e documenti relativi alla fabbrica di mattoni in cui tra il 1941 e il 1943 venivano impiegati come lavoratori-schiavi i deportati di Gusen: i binari che coprono le ceneri sono stati costruiti tra settembre 1944 e la fine della guerra, come documentato anche da foto aeree realizzate dalla British Army. Ad un certo punto questa fabbrica fu chiusa e venne usata come deposito per materiali legati alla produzione dei caccia Messerschmitt nelle gallerie di Gusen. In questo edificio ovviamente facevano lavorare i deportati. Non solo: lì accanto sorgeva anche un gigantesco forno” – dice la presidente del Comitato del Memoriale di Gusen, Martha Gammer -, Questa fornace vicino alla fabbrica di mattoni di Lungitz è stata usata per la cremazione di esseri umani?“.
Finita la guerra le autorità contarono 63 mila morti, fra i quali numerosi italiani, ma non si può escludere che migliaia di deportati non furono registrati.
Il documentarista Andreas Sulzer, che da anni indaga sul ‘mistero Gusen‘ asserisce che “È ragionevole pensare che qui siano stati mandati a morire coloro che sapevano […]. In queste gallerie erano in corso i progetti nucleari con i quali il nazismo in rotta sperava di capovolgere i destini della guerra. Progetti dei quali gli alleati in arrivo non dovevano assolutamente venire a conoscenza”.
Nel frattempo il sindaco della cittadina, Ernst Lehner, ha disposto nuove indagini, anche se il premier polacco Morawiecki ha annunciato di voler acquisire parte di questo terreno, sottraendolo alla memoria dei familiari delle vittime della Shoah.