Il senatore della Lega De Vecchis risponde a muso duro alle parole di Nibras, la sardina con il velo che aveva denunciato la deriva autoritaria del Paese.
Nibras, la 25enne di origine musulmane che è scesa in piazza con le sardine, è stata al centro dell’attenzione dei social per diversi giorni. Inizialmente con la rivisitazione della parodia musicale del discorso della Meloni, in cui tramutava la frase chiave in “Sono donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi”. Reinterpretazione che ha sbancato sul web ed ha portato la leader di Fratelli d’Italia a rispondere apertamente.
In un post, infatti, Giorgia Meloni si è chiesta: “Quello che non mi è chiaro della simpatica ragazza nel video è: perché tu sei fiera di essere islamica e io non posso esserlo di dirmi cristiana?”. La ragazza, però, ha attirato ancora di più l’attenzione quando ha parlato di diritti umani e democrazia. Nibras, infatti, ha messo in guardia le altre sardine dalle deriva autoritaria che sta assumendo l’Italia. I principali indiziati sarebbero proprio la Meloni e Salvini, colpevoli a suo avviso di dipingere gli uomini musulmani come retrogradi e le donne come sottomesse.
La risposta del senatore De Vecchis a Nibras
In questo caso a risponderle è stato il senatore leghista William De Vecchis, cristiano convinto e autore dell’iniziativa che ha condotto all’affissione del crocifisso in una scuola di Fiumicino. Questo ha iniziato la sua invettiva dicendo al quotidiano ‘Il Giornale‘: “Comodo strombazzare contro una dittatura immaginaria in uno Stato di diritto. A Nibras suggerirei di andare a dare lezioni di democrazia e rispetto delle donne nei Paesi dove vige la Sharia, dove le ragazze che rifiutano il velo vengono lapidate e gli attivisti anti-hijab imprigionati”.
Per concludere, riferendosi ad una ricostruzione apparsa sempre su ‘Il Giornale‘, il politico ha aggiunto: “Difficile credere alle parole di chi dipinge Salvini e la Meloni come la quintessenza dell’intolleranza e poi si accompagna a un uomo che inneggia alla lotta armata per dirimere questioni politiche di diritto”.