Stefano Andreotti, figlio di Giulio Andreotti, ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera. Nella lettera si fa riferimento alle cosche mafiose e amag Piersanti Mattarella
Il 6 gennaio del 1980, esattamente 40 anni, veniva ucciso Piersanti Mattarella, l’allora Presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo anniversario ha visto il fiorire di diverse iniziative di celebrazione, specialmente a Palermo: per esempio, il giardino all’inglese sito nel centro storico del capoluogo siciliano è stato intitolato alla sua memoria. Proprio in merito alla vicenda di Piersanti Mattarella e alle parole pronunciate da Caselli su Giulio Andreotti (parole riportate in un articolo del Corriere della Sera pubblicato appunto lo scorso 6 gennaio) il figlio Stefano Andreotti ha scritto una lettera aperta che ha indirizzato proprio al Corriere della Sera. La lettera è stata pubblicata, anche se non nelle primissime pagine del quotidiano.
Stefano Andreotti scrive al Corriere della Sera, la lettera aperta de figlio di Giulio Andreotti
“Caro direttore, leggo sul Corriere del 6 gennaio, fra gli articoli relativi al quarantesimo anniversario della tragica morte di Piersanti Mattarella, che il dottor Caselli nuovamente parla di incontri di mio padre con i vertici di Cosa nostra «come accertato nel processo di Palermo a suo carico». Tali incontri sarebbero avvenuti in due occasioni nel 1980 secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Marino Mannoia. Il racconto non fu ritenuto attendibile nella sentenza di primo grado che giunse all’assoluzione, mentre una diversa valutazione ne fu data dai giudici di secondo grado, che si pronunciarono essenzialmente proprio su tale base in modo diverso”.
Così inizia la lettera aperta che Stefano Andreotti, figlio di Giulio Andreotti, ha scritto e indirizzato al Corriere della Sera, il quotidiano che due giorni fa è tornato a parlare della vicenda giudiziaria del padre, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella.
Stefano Andreotti scrive al Corriere della Sera, le accuse di Mannoia contro Piersanti Mattarella
Quello che vuole sottolineare Stefano Andreotti è il fatto che nel racconto fatto dal “chimico”, alias Marino Mannoia, emergono anche delle affermazioni infamanti sullo stesso Piersanti Mattarella, il quale avrebbe concesso dei favori ai cugini Ignazio e Antonio Salvo (affiliati alla cosca mafiosa di Salemi) e a Stefano Bontate, capo della cosca di Santa Maria di Gesù. Accuse pesantissime che, però, non vengono trattate con lo stesso peso di quelle avanzate contro Andreotti. Si legge infatti, nella lettera, che:
“Ne consegue che dalla lettura integrale delle sentenze non si arriva alle conclusioni di certezza sopra richiamate. Si può aggiungere poi che il sopra menzionato racconto di Marino Mannoia (personaggio detto il chimico per la dimestichezza nel trattare la droga e autore di un numero non precisato di omicidi) contiene affermazioni davvero infamanti anche della figura di Piersanti Mattarella, che «dopo aver intrattenuto rapporti amichevoli con i cugini Salvo e con Bontate, ai quali non lesinava i favori» successivamente avrebbe «mutato la propria linea di condotta», dichiarazioni che chi ritiene veritiero quanto riferito su mio padre si guarda bene dal riportare nella loro interezza.
Un cordiale saluto”.
Maria Mento