Cellule staminali per curare i fegati dei neonati. La tecnica può “ritardare” il trapianto

staminali fegato neonatiGrandi notizie sul campo medico, specialmente in riferimento alla ricerca sulle cellule staminali. 

Una ricerca tutta italiana potrebbe aprire nuovi scenari nella cura di circa 300 malattie metaboliche ereditarie dei neonati. Come riportato dal quotidiano “La Repubblica”, si tratta dell’infusione di cellule staminali epatiche in neonati colpiti da gravi patologie genetiche del metabolismo.

Queste patologie possono portare anche al coma neonatale, e l’unica speranza di sopravvivenza per i neonati è il trapianto di fegato. Con la nuova ricerca si è arrivati alla possibilità di procedere tramite un “mini trapianto” non invasivo.

L’approccio è stato portato avanti dal team guidato da Marco Spada, direttore della Pediatria e del Centro regionale per la cura delle malattie metaboliche, coadiuvato da Francesco Porta e da validi collaboratori come Renato Romagnoli e Dorico Righi, rispettivamente direttore del Centro Trapianti di fegato e di Radiologia delle Molinette.

“Una sorta di mini-trapianto prima di quello vero”

“Il trattamento che abbiamo sperimentato – spiega Spada – riguarda neonati che nascono con gravi malattie genetiche – in genere manca loro una proteina necessaria per il metabolismo – e che rischiano il coma neonatale: per questo vanno stabilizzati nei primi giorni di vita e poi portati al trapianto di fegato, che si può eseguire non prima del sesto mese”.

Grazie alla nuova tecnica, le cellule provenienti dal fegato donatore vengono infuse nel fegato dei neonati. Il tentativo fatto sui fegati di tre neonati, tramite un ago ecoguidato, ha dato buon esito. “Si tratta di una sorta di mini-trapianto in attesa di quello vero e proprio”, affermano gli esperti.