Sullo scenario della terribile epidemia partita da Whuan, si fa strada una nuova ipotesi secondo cui il virus sarebbe stato creato in laboratorio.
Con il diffondersi del virus aumentano anche le notizie che lo riguardano. Dopo aver ripreso le teorie di Bill Gates lanciate nel 2018 riguardanti un modello di diffusione relativo a un virus nato in Cina, ora a tenere banco è l’ipotesi che tutto sia nato dai laboratori cinesi.
La teoria parte da Dany Shoham, biologo ed ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto di armi batteriologiche in Medio Oriente e Asia. In un’intervista al Washington Times, Shoham ha parlato dell’esistenza di un laboratorio a Wuhan dove il governo cinese starebbe portando avanti un programma segreto di sviluppo di armi chimiche.
Secondo il biologo israeliano, gli scienziati cinesi avrebbero potuto sviluppare il virus conosciuto come 2019-nCoV in questo laboratorio, perdendone poi il controllo. La causa sarebbe stata l’infezione accidentale di uno degli scienziati coinvolti.
Nell’intervista, l’ex ufficiale ha dichiarato: “Alcuni laboratori dell’istituto sono stati probabilmente impegnati, in termini di ricerca e sviluppo, in armi biologiche, almeno collateralmente, ma non come struttura principale della politica di Pechino”.
Laboratori già noti grazie all’analisi di una rivista
Nel febbraio del 2017 la rivista Nature aveva parlato di questo laboratorio. Il Center for Immunology and Metabolism del Medical Research Institute era stato descritto con attenzione nell’articolo come detenete del massimo grado al mondo di bio-contenimento. In questa struttura acqua e aria sono filtrate e vengono trattate prima di essere eliminate e chiunque ci lavori deve fare la doccia all’ingresso e all’uscita e indossare, sempre e ovunque, le tute protettive. Misurie necessarie in quanto il laboratorio è stato autorizzato a trattare i patogeni più pericolosi al mondo.