Il figlio di Umberto Tozzi: “Per anni non si è fatto vivo, non uso il suo cognome”

Nicola Armando Tozzi, figlio del cantante Umberto”, attraverso un’intervista esclusiva rilasciata al “Corriere della Sera”, fa delle pesanti accuse all’artista.

Lo scorso 19 gennaio, è stato rivenuto il corpo di Serafina Scialò, ex compagna del cantante Umberto Tozzi. La donna, che si occupava delle pulizie in una scuola, aveva fatto perdere le tracce da qualche giorno, anche sul luogo di lavoro. In seguito alla morte della donna, intervistato dal “Corriere della sera”, Tozzi ha dichiarato:

“Avrei potuto mandare in galera Serafina per i soldi di cui si è appropriata. A suo tempo le avevo firmato due assegni in bianco per pagare dei fornitori. Lei li mandò all’incasso: uno era di 100 milioni, l’altro di 350 milioni di lire […] Ma anche se mi aveva lasciato sul lastrico io rinunciai all’azione penale: era la madre di mio figlio”.

Allo stesso “Corriere”, Nicola Armando, figlio di Tozzi, ha rilasciato un’intervista esclusiva, attraverso la quale lancia delle pesanti accuse al cantante. In primis, quella di non essere mai stato un padre presente:

“Non uso il cognome di mio padre, Umberto Tozzi. Per anni non si è fatto vedere: ora dice falsità su mia madre”.

Il figlio di Umberto Tozzi: “Dice cose false su mia madre”

Riguardo alle ultime dichiarazioni di Umberto, Nicola dichiara:

“Avrei preferito che mio padre non parlasse ai giornali di questioni di famiglia […] Perché ha detto cose false e mia madre non può più difendersi. Non cerco notorietà, altrimenti avrei parlato prima: da quando ho cinque anni ho memoria di cose che o ti fanno o finire male o crescere in fretta” […] Lui dice che mia madre gli impediva di incontrarmi? Una volta o due venne e mamma non mi mandò[…] Poi l’ho cercato io a un concerto, a 16 anni, e lo frequentai con la sua famiglia fra i 18 e i 21. Ma dopo, le poche volte, era col suo entourage, non aveva voglia di parlare […] Per le condoglianze non ha chiamato”

Sui presunti 450 milioni di lire che Tozzi avrebbe dato a sua madre:

“È falso. Andò così: loro non erano sposati, lei era incinta, lui viaggiava tanto, perciò le diede due assegni in bianco per ogni evenienza. Quando mamma lo lasciò, cercava una casa in affitto, lui non si faceva trovare. Allora, esasperata, lei portò un assegno in banca, però poi non lo riscosse. L’altro assegno è stato una vita in casa. Lei non incassò mai niente”

Parlando della relazione dei suoi, Nicola racconta di come non sia finita nel migliore dei modi:

“Ricordo le liti al telefono per interposta persona. I miei si parlavano solo tramite avvocati o parenti e io in mezzo […] Mia madre mi portava dagli avvocati e, già a sei anni, mi diceva: prendi il telefono e chiama tuo padre […] Quando si è separata, è sprofondata nell’autodistruzione. Era stata bellissima, brillante. Faceva l’addetta stampa, anche per Donna Summer e i Village People. Però era fragile […] A periodi, come di recente, si rifiutava di vedere chiunque”

Oggi, Nicola conduce una vita normale che non comprende la presenza di suo padre:

“Studiavo da avvocato, ma ho dovuto lasciare e rimboccarmi le maniche. Faccio un lavoro umilissimo di fatica, sono uno dei tanti che si alza presto, torna tardi ed è fiero di quello che fa […] La cosa che mi addolora di più? Io ho sempre cercato di capire i miei, ma loro non hanno mai cercato di capire me”.

Maria Rita Gagliardi