Tre persone ferite gravemente a Londra. L’aggressore londinese aveva l’ossessione di voler diventare martire
LONDRA: 3 persone sono state accoltellate nella capitale, questa volta in un’area periferica della città ma comunque molto affollata. Per l’esattezza nella strada principale dove sono presenti tutti i negozi del quartiere, lungo Streatham High Street. Per la polizia pare non vi siano dubbi sul fatto che si tratti di un attacco terroristico di matrice islamica. L’aggressore, Sudesh Amman, al momento delle violenze indossava un sospetto gilet che si temeva potesse essere imbottito di esplosivo, notizia per fortuna smentita. L’accoltellamento è avvenuto contro due avventori all’interno di una farmacia e contro una donna presente fuori dal negozio. La polizia ha poi sparato l’aggressore uccidendolo.
I quaderni dell’aggressore londinese rivelano i suoi piani sconcertanti
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine britanniche, era sotto sorveglianza attiva della polizia. Dai quaderni ritrovati a casa del giovane terrorista, uno studente del North West London College, sono emersi dettagli allarmanti. Uno di questi quaderni riportava la dicitura “obiettivi di vita”, fra i quali il primo era quello di diventare martire. Amman era stato già condannato più di un anno fa, quando pubblicò una propaganda su Al Qaida su un gruppo familiare di WhatsApp, esponendo i fratellini di 11 anni a materiale grafico a rischio, e per aver condiviso tramite skype informazioni sulla fabbricazione di bombe. In casa, infatti, la polizia britannica ha trovato, oltre ai quaderni con i piani per diventare un martire, anche dei manuali sulla fabbricazione di bombe, utilizzo di coltelli e combattimenti ravvicinati. Amman tempo fa aveva anche confessato alla sua ragazza il desiderio di voler eseguire attacchi con l’acido, e di preferire l’utilizzo di un coltello per effettuare un attentato piuttosto che ricorrere alle bombe. Un’adolescente vicina di casa, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha detto che Sudesh Amman raccontava in giro di essere un terrorista, ma sia lei che altri ragazzi erano convinti che il coetaneo stesse scherzando e lo dicesse in modo ironico. Così come erano convinti che dicesse per gioco di avere una granata in tasca, e cose come “Ti bombarderò” e “Da grande farò il terrorista” – ha detto la ragazza – “ma eravamo bambini e pensavamo che stesse scherzando, ma continuava a dirlo.”
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