Dallo Spallanzani di Roma arrivano notizie poco confortanti sullo stato di salute dei due coniugi cinesi contagiati per primi in Italia: le loro condizioni sarebbero peggiorate
Si tira un sospiro di sollievo per il ragazzo italiano di 17 anni che era stato lasciato in Cina in condizioni di salute che non facevano ben sperare (il giovane aveva la febbre): i test effettuati su di lui, in un Ospedale Universitario di Wuhan, hanno confermato che non si tratta di un caso di contagio da Coronavirus.
Più grave, invece, la situazione della coppia cinese che per prima ha fatto scattare l’allarme in Italia. Le condizioni di salute dell’uomo e della donna sarebbero peggiorate.
Si aggravano le condizioni dei due cinesi ricoverati allo Spallanzani, i due sarebbero in prognosi riservata
Secondo quanto riportato da la Repubblica proprio in questi minuti, i due coniugi cinesi affetti da Coronavirus che sono stati ricoverati allo Spallanzani verserebbero ora in condizioni di salute più gravi rispetto a quanto accertato nei giorni scorsi. Per i due, entrambi 60enni e originari di Wuhan, la prognosi sarebbe riservata.
Lo Spallanzani ha diramato un Bollettino medico nel quale viene spiegata la situazione relativa ai due pazienti.
Si aggravano le condizioni dei due cinesi ricoverati allo Spallanzani, il Bollettino medico
“I due cittadini cinesi ricoverati presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva“.
Nel bollettino si legge ancora che “I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi“.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti su questa vicenda.
Maria Mento