Dalla Cina sono giunti due annunci positivi: sono stati trovati due farmaci che inibiscono il virus, ma l’Oms chiarisce che è presto per parlare di cura.
Trattandosi non solo dell’emergenza del momento, ma anche dell’argomento principale trattato da tutte le realtà giornalistiche e di informazione, è difficile trovare delle informazioni corrette sullo sviluppo del Coronavirus e su quello delle potenziali cure. Il consiglio che possiamo offrire è quello di verificare le fonti e cercare sempre di controllare su siti attendibili, come quello dell’Oms, quello del Ministero della Salute e dei principali giornali nazionali e esteri. La premessa serve per parlare dei due annunci giunti oggi dalla Cina, ovvero che i ricercatori avrebbero trovato due cure per il Coronavirus.
Leggi anche ->Coronavirus, salgono a 24.324 i contagi e a 492 i morti
Proprio su questo punto occorre fare chiarezza, visto che con cura s’intendono farmaci o vaccini che danno la garanzia di una guarigione. Vero è che dai test effettuati gli studiosi hanno scoperto che questi due farmaci inibiscono il virus, ma si tratta di sperimentazioni in vitro e dunque il risultato sugli esseri umani non può essere certo. Non è un caso che proprio il portavoce dell’Oms Jarik Tasarevic abbia precisato: “Non esistono ancora terapie efficaci contro il 2019-nCoV e l’Oms ricord che solo studi su larga scala possono essere efficaci e sicuri. E sviluppare terapie o vaccini contro patogeni come questo di solito prende anni. Prima bisogna affrontare lunghe sperimentazioni e passare attraverso anche qualche sconfitta”.
Leggi anche ->Coronavirus, le ricercatrici che hanno isolato il virus rifiutano l’invito a Sanremo 2020 – VIDEO
Coronavirus: ancora lontana una cura
Gli esperti italiani hanno confermato che la strada verso la scoperta di una cura efficace contro questo coronavirus è ancora lunga. Come riportato da ‘Repubblica‘, il primario dell’ospedale Sacco, Massimo Galli, ha dichiarato a riguardo: “Si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione. In una situazione così critica si lavora con quello che si ha”. Questo non significa che le autorità cinesi non stiano facendo progressi o che tale mancanza di certezza sia un elemento del quale preoccuparsi.
In questa prima fase, infatti, è normale che si proceda per tentativi e che si cerchi di utilizzare farmaci già noti per accorciare i tempi e trovare una soluzione il prima possibile. A confermarlo è il fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Silvio Garattini: “I ricercatori cinesi stanno esaminando una serie di molecole esistenti, dagli antiretrovirali all’anti-malari, e questa è la via logica da seguire per avere delle terapie in tempi brevi. Il fatto è che la sperimentazione sull’uomo non è proprio semplice, a meno di non farla su grandi numeri: per la maggior parte, infatti, i pazienti affetti dal nuovo coronavirus guarirebbero comunque”.