Rahaf Mohammed al-Qunun è una adolescente che ha abbandonato l’Arabia Saudita per iniziare una nuova vita in Canada. Ma qui, nel suo nuovo Paese, la giovane è stata abusata e insultata per aver indossato un bikini
Da una vita condotta nelle retrovie e sottoposta a uno stretto controllo di stampo maschilista a una nuova esistenza che si basi sull’uguaglianza tra i due sessi e che permetta alle donne di esprimere la loro libertà personale. Pensava di aver cambiato la sua vita, la giovane Rahaf Mohammed al-Qunun, e invece- a quanto pare- ha ancora molto da lavorare. Lei è una ragazzina, un’adolescente, che è fuggita dall’Arabia Saudita ed è riuscita a raggiungere il Canada.
Qui, in Nord America, ha pensato di poter vivere un’esistenza diversa da quella che conduceva prima, nel suo Paese di origine. Si è dovuta in parte ricredere quando ha postato una sua fotografia in bikini, paragonandola a una precedente in cui indossa il niqab: la giovane è stata ricoperta di insulti.
Insultata per aver indossato un bikini, la storia di Rahaf Mohammed al-Qunun: dall’Arabia Saudita al Canada
È stato “il più grande cambiamento nella mia vita”. È passata “dall’essere costretta a indossare lenzuola nere e ad essere controllata dagli uomini a essere una donna libera“. Con queste parole l’adolescente Rahaf Mohammed al-Qunun ha voluto commentare le nuove possibilità di libertà che le offre il Canada, il nuovo Paese in cui adesso vive. La ragazza ha abbandonato l’Arabia Saudita per scampare agli abusi che la sua famiglia perpetrava ai suoi danni e ha raggiunto il Nord America.
La giovane ha voluto mostrare le differenze tra la vita che conduceva prima e quella che le è “concesso” di condurre nel presente. Come? Pubblicando su Twitter una foto che la rappresenta nella sua vita precedente (foto in cui il indossa un niqab nero) e mettendola a confronto con una foto recente (immagine in cui la giovane indossa un bikini).
Questa esternazione non è piaciuta proprio a tutti e la ragazzina si è trovata al centro di aspre polemiche e di insulti, lanciati al suo indirizzo da persone che vivono in Arabia. Ciò non toglie che molti le abbiano mostrato il loro sostegno e l’abbiano incoraggiata, dicendole che è bellissima e molto coraggiosa.
Insultata per aver indossato un bikini, dall’Arabia Saudita alla fuga e all’hashtag #SaveRahaf: il Canada le ha concesso l’asilo
La storia di Rahaf è stata raccontata dal Metro.co.uk, ma in molti già la conoscevano grazie all’ampia diffusione che ha avuto sui social. La ragazzina è riuscita a fuggire mentre si trovava, insieme in visita in Kuwait, proprio in compagnia di quei suoi familiari che con lei si comportavano da aguzzini. Da lì è riuscita a prendere un aereo e ad arrivare a Bangkok. Qui la Polizia l’ha fermata, le ha negato l’ingresso nella città e le ha sequestrato il passaporto.
Il suo caso è dunque approdato sui social network e ha catturato le attenzioni della comunità internazionale grazie all’hashtag #SaveRahaf. Le Nazioni Unite si sono interessate della sua vicenda umana e il Canada– dove ora si trova- le ha concesso l’asilo.
La giovane ha abbandonato per sempre la religione islamica che prima seguiva e ora si dichiara atea. Di quello che è stata costretta a vivere ha così parlato:
“(Subivo) abuso fisico, emotivo e verbale e venivo imprigionata in casa per mesi. Minacciavano di uccidermi e mi impedivano di continuare la mia educazione. Non mi lasciavano guidare o viaggiare. Ero oppressa. Amo la vita e il lavoro e sono molto ambiziosa, ma la mia famiglia mi stava impedendo di vivere. Vorrei ringraziare la gente per avermi supportato e salvato la vita. Davvero, non mi aspettavo questo amore e questo supporto. È la scintilla che mi motiva a essere una persona migliore.”
Maria Mento