L’editorialista del corriere della sera sferza un duro attacco alle sardine: “Lo spontaneismo è bello all’inizio, dopo arriva il pantano”
Dure parole quelle di Aldo Grosso, editorialista del Corriere della sera, che arrivano in un momento difficile per il movimento delle sardine, che inizia man mano a fare i conti con le prima difficoltà. Il flashmob organizzato a Scampia ha avuto infatti una scarsissima partecipazione, così come è accaduto nella piazza di Pistoia.
La foto con i Benetton il punto zero della crisi
Il dissidio interno alle sardine si è palesato dopo la pubblicazione della foto dei fondatori del movimento con Luciano Benetton, uno dei più noti imprenditori italiani proprietario di quote azionarie di Autostrade italiane. Ma secondo Stephen Ogongo sarebbe stata solo la punta dell’iceberg di un malcontento che già dilagava da tempo.
Per Aldo Grosso è una storia già sentita
Per Aldo Grosso, insomma, il movimento delle sardine altro non sarebbe che un movimento che si aggiunge ad una lunga lista di altri movimenti di piazza che non sono riusciti a dare un seguito politico alle loro rivendicazioni. Nel suo editoriale il giornalista ha passato in rassegna una serie di iniziative di piazza come le catene umane dei girotondini invocate da Nanni Moretti, il Popolo Viola di San Precario, il Movimento Arancione (“Noi siamo il potere dei senza potere, la voce dei senza voce”), quello dei sindaci Pisapia, Doria e De Magistris, le donne di Se Non Ora Quando, che a detta di Grosso sono state bollate come “radical chic”, poi le madamine di Torino ed infine poi le Sardine, che secondo Mattia Santori sarebbero il vero “anticorpo a un vecchio modo di fare politica”.
Il nuovo tour delle sardine in tutta Italia
Dopo il banco di prova delle elezioni emiliane, nelle quali l’attivismo di piazza delle sardine è stato a dir poco necessario, arriva il momento di proseguire il tour in tutto il Bel Paese. Le sardine tornano infatti ad occupare le piazze dal Veneto alla Puglia. Il leader emiliano delle sardine ha dichiarato ieri a Milano durante la loro assemblea che “Stiamo girando i territori perché è mancata la condivisione di scelte, idee e processi” riconoscendosi che “è difficile sintetizzare le istanze e le speranze dei territori. Facciamo quello che dovrebbero fare tutti i politici: avere ottomila antenne. Più si ascolta e meno si sbaglia”.
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