Lo scorso anno l’Unione Europea ha chiesto agli stati membri se fossero d’accordo o meno con l’abolire l’ora legale, ecco cosa ha risposto l’Italia.
L’Italia doveva decidere se abolire o meno l’ora legale e per qualche tempo c’è stato il dubbio che in questo 2020 non avremmo dovuto portare le lancette avanti di un’ora. Almeno per quest’anno, però, il dubbio è stato sciolto visto che l’Italia ha deciso di mantenere la distinzione tra ora solare e quella legale. La notte tra il 28 ed il 29 marzo, dunque, i nostri orologi andranno un’ora avanti.
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La proposta della Commissione Europea era quella di lasciare ad ogni Stato membro la possibilità di decidere quale orientamento prendere. Tutto è iniziato da una proposta di revisione del Parlamento Europeo alla commissione nel febbraio del 2018. Tra il 4 luglio ed il 16 agosto è stata dunque avviata una consultazione online aperta a tutti i cittadini europei. Da questa è emerso che l’84% degli intervistati (4,6 milioni di persone) si era detta favorevole al cambio. Il 76% aveva definito il cambio di orario come un’esperienza negativa. A quel punto la commissione ha chiesto ai Paesi dell’UE di prendere una decisione a tal proposito, chiedendo se adottare solo l’ora solare o quella legale entro il 2021.
La decisione dell’Italia sull’ora legale
Per il momento l’Italia non ha scelto nessuna delle due opzioni, ed anzi ha presentato alla Commissione Europea una richiesta formale per il mantenimento dell’attuale regolamentazione. Le ragioni che hanno portato il nostro governo a prendere questa decisione contro l’abolizione del cambio d’orario sono tre: la mancata dimostrazione scientifica che il cambio d’orario causi disagi psicofisici, la possibilità di risparmiare un’ora di consumo energetico nei mesi estivi e in ultimo la possibilità che le differenti scelte dei Paesi possano creare problematiche nel funzionamento del mercato comunitario.
Al momento dunque non ci sono cambiamenti, ma non è detto che a partire dall’anno prossimo non ci saranno. Infatti se la richiesta dell’Italia non dovesse essere accettata, anche il nostro Paese dovrà scegliere quale tra l’ora solare e quella legale mantenere.