Ancora scandali nella Lega: arrivano casse colme di milioni di euro dalla Costa d’Avorio

Coinvolti nello scandalo il Trota e Belsito, l’ex tesoriere della Lega. Spuntano casse ricolme di milioni di euro 

Il binomio lega-milioni di euro colpisce ancora. Questa volta a lavare i panni sporchi tocca però al Trota, figlio di Umberto Bossi, protagonista di un’inchiesta dei giornalisti del Fatto Quotidiano Thomas Mackinson e Luigi Franco.

L’inchiesta sulle casse provenienti dalla Costa d’Avorio

La vicenda dai contorni poco chiari avrebbe inizio da un aereo cargo russo, una cassa ricolma di milioni di euro ed una partita di oggetti d’arte della Costa d’Avorio. Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega condannato per la vicenda dei fondi del carroccio, è giunto fino in Africa per cercare affari in qualità di consulente, decidendo di investire soldi “per conto di amici”, stando a quanto riportato dall’inchiesta del Fatto. Fra gli affaire di Belsito emergono quelli riguardanti l’artigianato locale africano. L’ex tesoriere lo scorso hanno ha provato a esportare 138 casse dall’Africa verso la Russia contenti 700 manufatti di legno pregiato, acquisto confermato dai documenti firmati a nome di Belsito dal Museo del costume di Grand Bassam, l’ente deputato in Costa d’Avorio al rilascio del nullaosta per l’uscita dal Paese di manufatti. Ed è a questo punto che interviene nella vicenda Bossi junior. Belsito avrebbe chiesto a Renzo Bossi di poter chiedere un preventivo ad alcuno imprenditori russi che si sarebbero dovuti occupare del trasporto di questi merci. Trasporto che però è saltato all’ultimo, ed è proprio su questo aspetto che le dichiarazioni rilasciate dai protagonisti della vicenda entrano in contrasto.

La versione degli imprenditori russi

Secondo la versione degli imprenditori russi, le casse sono state fermate a giugno 2019 proprio in Costa d’Avorio prima di partire per Istanbul dove erano dirette. Da un’ispezione è venuto fuori che le casse fossero piene di mazzette di banconote da 100 euro ed che fra queste vi fosse una scatola di diamanti di cui gli imprenditori non erano a conoscenza.

La versione del Trota

Secondo la versione di Renzo Bossi il trasporto è saltato poiché Belsito ad un certo punto non si è fatto più né sentire né vedere, e che, nonostante il contratto, Belsito non avrebbe mai versato l’acconto ai creditori russi. Versione smentita, a detta dei giornalisti del Fatto, dalle foto delle casse ripiene di cento euro pubblicate sul giornale. Le foto sono state mostrate al Trota, che ha esclamato in lacrime: “Questa non l’ho mai vista. Mi sono cagato sotto”. A suo dire l’aereo non sarebbe mai giunto in Costa d’Avorio, giustificandosi di non sapere nulla dei vari traffici di Belsito.

La prova schiacciante del video degli imprenditori

Belsito, dal canto suo, ha riconosciuto solo di essersi interessato a questo affare in Africa, che sarebbe andato subito a monte, e soprattutto, di non sapere nulla sulle casse piene di milioni di euro. L’ex tesoriere della Lega ha dichiarato: “La cassa non esisteva, sono stato truffato anche io da un avvocato d’affari locale che mi ha mostrato quella foto per convincermi a lavorare con lui. Ho perso 200mila euro”. Ma esiste la prova schiacciante detenuta dagli imprenditori, un video in cui Belsito, in presenza del figlio del Senatore Bossi, farebbe riferimento ad una cassa ad Abidjan (Costa d’Avorio), video che sarà trasmesso nel programma di Peter Gomez “Sono le venti”.

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